Il Governo riapra il tavolo sulle Zone Economiche Speciali (ZES) coinvolgendo anche le Zone Franche e lo faccia partendo da quella di Venezia: l’approdo finale della “Nuova Via della Seta”, su cui la Cina ha in programma di investire circa 60 miliardi di dollari e l’hub logistico dell’Italia per l’Oriente e il Nord Europa.
Queste alcune delle richieste della Camera di Commercio di Venezia Rovigo Delta – Lagunare che ha chiesto ufficialmente al Governo di riaprire il Tavolo Interministeriale sull’allargamento della Zona Franca di Marghera e per l’istituzione di una Zona Economica Speciale (ZES) a Venezia, nell’ambito delle politiche di costituzione delle ZES in Italia (per ora previste dal governo nel solo Mezzogiorno).
“La storia recente ci insegna che dobbiamo smettere di concepire le politiche per il Mezzogiorno come slegate dal resto del Paese, occorre cominciare a progettare politiche per il Sistema Italia. Un sistema di Zone Economiche Speciali (ZES) nei porti del sud Italia è un segnale importante, ma denota una visione miope se non è in grado di operare in sinergia con gli snodi strategici del commercio internazionale italiano come il Porto di Venezia, l’approdo finale della “Nuova Via della Seta”. Queste le parole di Damaso Zanardo, rappresentante di Confindustria presso la Camera di Commercio di Venezia Rovigo Delta – Lagunare, che da tempo si batte per l’istituzione della ZES a Venezia.
Zanardo e il Presidente della CCIAA Giuseppe Fadalto hanno incontrato il Sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta e il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con Delega agli Affari Europei Sandro Gozi per consegnare l’appello volto alla creazione di una Zona Economica Speciale nel Porto di Venezia, sottoscritto dal sistema imprenditoriale veneziano e per chiedere al Governo di convocare urgentemente un tavolo interministeriale (le categorie economiche, gli ordini professionali, le organizzazioni sindacali e il sistema camerale con il supporto dell’autorità portuale veneziana).
Venezia è oggi il fulcro del commercio internazionale italiano verso il nordest del continente europeo e in grado di arrivare fino alla Cina in parte grazie alle infrastrutture esistenti ma soprattutto grazie alla costruzione della Nuova Via della Seta. “È facile comprendere come, in questo contesto – afferma Zanardo – il porto di Venezia, con la costituzione di una ZES, si candida ad essere un partner strategico per il sistema portuale del Mezzogiorno che è oggi la porta dell’Europa verso il Mediterraneo e il Medioriente.”
Venezia, secondo la Camera di Commercio, ha tutte le caratteristiche per la costituzione di una ZES in quanto Marghera è stata dichiarata area di crisi complessa. Oltre che da un punto di vista strategico, la forza di Venezia sta anche nel sistema infrastrutturale esistente che la rendono il nodo logistico più avanzato del Nordest. È la sola Città Metropolitana del Nord Est sede di Autorità di Sistema Portuale ed è collocata al crocevia dei principali corridoi europei ad alta velocità e capacità, con connessioni rapide ad un entroterra molto vasto, che va dall’Italia Nordorientale all’Europa Centrorientale.
“Lo scenario internazionale sta creando sempre più competitività tra le aree portuali – prosegue Zanardo – e la costituzione di una ZES a Venezia è un’opportunità che il Sistema Italia non si deve lasciare sfuggire. Molti porti ai limiti della UE stanno sperimentando aree “free trade zone” aumentando coì la loro appetibilità verso investimenti e imprese internazionali. Esempi in questo senso vengono sia da porti del Mediterraneo come in Egitto o in Marocco ma anche dalla Gran Bretagna. Gli effetti Brexit sembrano creare nuove opportunità per i porti inglesi, creando vantaggi per le aziende che i porti italiani non sarebbero in grado di dare: grazie alla progressiva eliminazione di limiti e vincoli imposti dall’Unione Europea e ai nuovi strumenti fiscali che il Governo Britannico è in grado di prendere autonomamente, a Liverpool, ad esempio, nascerà un’area logistica di libero scambio e un’area produttiva agevolata dove le aziende potranno operare.“
“Del resto sembra non esserci momento migliore – sottolinea Zanardo – il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, ha licenziato lo schema di decreto per il Dibattito pubblico sulle Grandi Opere, previsto dal Codice dei Contratti pubblici”. “Le opere devono essere utili e condivise. – ha dichiarato il Ministro Delrio a margine del convegno Connettere l’Italia – I territori debbono comprendere che attraverso le connessioni si sviluppano l’economia e opportunità di lavoro. Quindi infrastrutturare un aeroporto, portare una linea ferroviaria significa creare sviluppo. Ovviamente queste opere vanno discusse con i territori, vanno accettate dalle comunità, perché sono al servizio delle comunità”.
Il presidente della Camera di Commercio, Giuseppe Fadalto, lancia una proposta: “Siccome i proponenti il dibattito possono essere gli Enti locali quali Regione, Comune, Città Metropolitana, come Camera di Commercio ci candidiamo ad essere il raccordo tra tutte le istituzioni per una proposta comune che rientri nel progetto “Connettere l’Italia” lanciato dal Ministro Graziano Del Rio”.