Luca Toni si ritira. Il due volte capocannoniere della Serie A, vincitore della Scarpa d’oro 2006 e campione del mondo 2006 saluta il calcio giocato. Considerato da molti il prototipo del centravanti ideale, è stato il quinto giocatore italiano capace di aggiudicarsi il titolo di capocannoniere in un campionato straniero (nel suo caso, la Bundesliga) ed ha segnato 308 goal nei club in cui ha militato e 16 in nazionale (indimenticabile la sua doppietta contro l’Ucraina nei quarti di finale del Mondiale vinto dagli azzurri). Caterve di goal, infinità di esultanze, miriadi di pensieri (e dichiarazioni) di e su uno degli attaccanti più forti del nostro Paese.
La previsione dei suoi professori
«Siccome a Modena ero entrato in prima squadra, il mercoledì e il sabato mattina dovevo allenarmi e quindi saltare la scuola. Un giorno andai a scuola con i miei genitori e i professori ci dissero: «Ma davvero credete che Luca diventerà un calciatore? Qui siamo a scuola, non può assentarsi per degli allenamenti di pallone […]».
(Tratto dalla La tribù del calcio – di Paolo Ziliani – su Premium Calcio)
L’esultanza
«Come detto tante volte, il mio modo di esultare è nato a Palermo. Eravamo con degli amici al ristorante una sera ed è spuntato fuori il gesto della mano sull’orecchio per far risaltare una cosa di cui stavamo parlando. Come per dire ‘hai visto, hai capito?’ e quindi scherzando ho detto ‘se faccio gol domenica inizio a esultare così’. Poi è diventato un gesto scaramantico perché da quel momento ho cominciato a fare tantissimi gol», conclude.
(Tratto dalla rubrica A tu per tu con… del sito della Lega Calcio)
Il ricordo di Mazzone
«Lo vidi […] e ne rimasi impressionato. Ero a Brescia da un anno e avevamo la coppia d’attacco composta da Hubner e Roberto Baggio, che, peraltro, era forte […]. Mi sarebbe piaciuto mettere Toni accanto a Baggio per esaltare le qualità di entrambi, mi sembrava il giocatore ideale per fare coppia con Roberto. Parlai con Corioni e gli dissi che Luca sarebbe stato l’ideale per noi e valeva tutti i soldi che costava. La sua valutazione era alta ed ero convinto fosse seguito anche da altre squadre più importanti dellla nostra. Corioni, con un grande sforzo economico, mi stupì e mi accontentò, acquistando l’intero cartellino e non la metà come immaginavo».
(Tratto da Il centravanti bello. Luca Toni, bomber sulla strada per la Germania di Giulio Giusti e Francesco Parigi)
Matze Knop omaggia nuovamente il bomber
Dopo avergli dedicato Numero Uno, una hit (diventata un tormentone) nel 2009 mentre giocava nel Bayern Monaco, il conduttore televisivo tedesco Matze Knop ha omaggiato nel nuovamente il bomber modenese in un videomessaggio del 2015, complimentandosi per la fantastica stagione disputata con la maglia del Verona (che ha visto Toni capocannoniere alla pari con Mauro Icardi).
Il coro di Gianna Nannini
Non tutti lo sanno, ma, ogni volta che Toni segnava un goal all’Allianz Arena con la maglia del Bayern, nello stadio risuonava Bello e Impossibile di Gianna Nannini.
Non tutti lo sanno, ma, ogni volta che Toni segnava un goal all’Allianz Arena con la maglia del Bayern, nello stadio risuonava Bello e Impossibile di Gianna Nannini.
La valutazione di Rumenigge
«[…] Nell’affare Toni il cartellino era a buon mercato: 11 milioni di euro, ma ne valeva 25-30. Noi siamo rimasti contenti, abbiamo vinto, lui ha segnato tanti gol ed è ancora benvoluto a Monaco».
«[…] Nell’affare Toni il cartellino era a buon mercato: 11 milioni di euro, ma ne valeva 25-30. Noi siamo rimasti contenti, abbiamo vinto, lui ha segnato tanti gol ed è ancora benvoluto a Monaco».
(Tratto da un’intervista a Karl-Heinz Rummenigge su La Gazzetta dello Sport)
La valutazione di Galliani secondo Zamparini
«Quando proposi al Milan Luca Toni, se non ricordo male successe tre anni fa, Galliani mi rispose che si sarebbe vergognato di far salire i gradini di San Siro a Toni con addosso la maglia rossonera. E di certo poi non si sarà neanche pentito di quella risposta visto che lui non si pente mai».
L’incontro con Marco Van Basten
«Mi sono trovato di fronte Marco Van Basten a 28 anni eppure mi sentivo come un bambino, di quelli che vedono il loro idolo e restano lì qualche secondo come ebeti: ‘Ma è proprio lui?’. Era lui, nel frattempo c.t. dell’Olanda, gli avevo fatto anche gol e mi stava venendo incontro per dirmi: ‘Sai che sei proprio forte?’. Lui, che quando giocava segnava sempre ed era anche così bello da vedere, mica storto come me. Lui che quando ha lasciato il calcio ci sono stato male e pensavo: che brutto dover smettere perché ti fanno smettere, non perché lo decidi tu».
(In un’intervista concessa a La Gazzetta dello Sport Luca parla dell’incontro col suo idolo e dello splendido goal nell’amichevole pre-mondiale 2006 Italia-Olanda finita 3-1)
Lo sfottò a Ciro Ferrara
«Siamo solo campioni del mondo, ho vinto più io in un anno che Ciro Ferrara in tutta la sua carriera. »
(Tratto dall’articolo de La Gazzetta dello Sport dopo la vittoria dei Mondiali del 2006)