(Adnkronos) – Volodymyr Zelensky non perdona e ordina l’epurazione della Guardia di Stato dopo il complotto per assassinarlo. Il presidente ucraino ha infatti chiesto al nuovo capo del servizio di sicurezza, che fornisce la scorta a diverse importanti figure di governo, di ripulire i ranghi dopo che due dei suoi ufficiali sono stati accusati di aver complottato per assassinare alti funzionari ucraini.
Il mese scorso, il Servizio di Sicurezza Statale (SBU) ha dichiarato di aver catturato due colonnelli del servizio accusati di aver collaborato con la Russia per l’assassinio di Zelensky e di altri funzionari, tra cui il capo dell’intelligence militare Kyrylo Budanov. L’omicidio del leader ucraino sarebbe stato un “regalo” per il quinto mandato di Vladimir Putin al Cremlino, ha dichiarato l’Sbu.
Presentando oggi al personale il colonnello Oleksiy Morozov, Zelensky ha detto che il suo obiettivo principale è quello di garantire che “solo coloro che vedono il loro futuro legato all’Ucraina” entrino a far parte dell’agenzia. “E, naturalmente, l’agenzia deve essere ripulita da chiunque non scelga l’Ucraina per se stesso o screditi il servizio di guardia statale”, ha scritto su Telegram il presidente.
“Via chi non sceglie l’Ucraina”
A maggio, Zelensky aveva licenziato il predecessore di Morozov, Serhiy Rud, due giorni dopo che l’Sbu aveva arrestato membri dell’agenzia che, a suo dire, lavoravano per i servizi segreti russi e avevano fatto fornito al nemico informazioni classificate. Il piano sventato, secondo Kiev, con la supervisione dell’Fsb da Mosca avrebbe dovuto portare all’eliminazione di Zelensky e di altre figure di primo piano.
L’Fsb, in particolare, avrebbe cercato di reclutare militari, destinati a compiere materialmente l’azione, tra i reparti impiegati per la protezione del presidente. Il piano avrebbe previsto il rapimento di Zelensky e poi la sua eliminazione. Con il presidente, sarebbero finiti nel mirino il capo dei servizi di sicurezza Vasyl Malyuk, il capo dell’intelligence Budanov e altri funzionari e militari di alto livello.
Il piano, secondo i servizi ucraini, prevedeva una lunga e accurata attività di osservazione con raccolta di informazioni per individuare il domicilio principale degli altri obiettivi. Le coordinate avrebbero quindi permesso di condurre un attacco missilistico a colpo sicuro.
Dopo il raid, l’area interessata sarebbe stata raggiunta da droni, che avrebbero dovuto portare il secondo attacco in base un copione che la Russia ha già sperimentato in diverse città dell’Ucraina. L’operazione sarebbe quindi stata chiusa con il lancio di un secondo missile, destinato a devastare ulteriormente l’area e a eliminare, se possibile, le tracce relative all’impiego di droni.
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