Siamo a Youghal, nel sud Irlanda, ed è qui che in un giorno di fine gennaio il Cumann Na Daoine – Community Development Resource Centre distribuiva alla cittadinanza i generi alimentari della sovrapproduzione irlandese (eccezione fatta per il riso che non è proprio un prodotto di questa terra). Qui il rischio povertà è alto, come nel resto d’Irlanda, Theresa Dolan, che gestisce il Capuchin Day Centre a Dublinoha sottolineato infatti il peggioramento della situazione «Stiamo fornendo 1600-1800 pacchi di cibo a settimana» ha dichiarato, un numero che si è più che triplicato tra il 2002 e il 2012. Secondo i dati forniti dal Central Statistics Office tra il 2008 e il 2010 il numero di persone in povertà persistente è cresciuto da 186.000 a 277.000, ciò accompagnato da uno scenario di aumento disoccupazione e social welfare, infatti i sussidi statali, (Dole per gli irlandesi) che prevedono sussidio di disoccupazione, misure di agevolazione negli affitti, cure mediche base gratuite nel 2008 erano percepiti da 189.485 persone, numero che nel 2014 è più che raddoppiato salendo a 398.096. Situazione che rispecchia quella europea, dove secondo l’Eurostat si è passati da 6 milioni di persone a rischio povertà o esclusione sociale nel 2009 a ben 120 nel 2011, ovvero quasi un quarto degli europei. Ma è soprattutto entrando a contatto con una piccola realtà cittadina come Youghal che tutto risulta più evidente. Qui fino agli anni Ottanta, Novanta si viveva bene, quando si riusciva ancora a portare avanti la lunga tradizione nel settore manifatturiero e nella pesca, di cui oggi rimane ben poco. «Era una città industriale» – racconta Éanna Dowling – «Fino a 10 anni fa c’era ancora qualche fabbrica» Lui lavora al Citizens Information Centre e vive qui da almeno 10 anni, ha visto la “fine” di questo posto. Gli anni del boom economico sono stati i Cinquanta, Sessanta e Settanta, l’epoca di quando Jane Huston ha girato proprio qui, giù al porticciolo alcune scene del primo Moby Dick del ’56, gli anni di quando c’era la Panasonic, la Kodak, l’Avery Dennison che ha avuto sede a Youghal per 25 anni, la Tytex, rinomata fabbrica tessile, la Blackwater Cotton, la Artesyn Technologies, la Technicolor Home Entertainment che aveva il suo business nella produzione di CD, la Youghal Carpet e la Courtisan Carpet che ha iniziato la sua attività nel 1954 con una produzione di moquette di qualità esportate a livello internazionale. «La Courtisan Carpet era una delle industrie più produttive irlandesi. Ha chiuso nel 2006 ed ha spostato la produzione in Cina». La storia di questo luogo si legge negli edifici ormai abbandonati delle fabbriche che furono, nei resti di un vecchio cinema che sorgeva sulla Main Street in una Youghal che prima vantava la presenza di una stazione ferroviaria ora non più in funzione; oggi si preferisce il trasporto su gomma. Un passo più indietro che avanti. «Siamo in Irlanda» dice Éanna, accennando un sorriso. «Da un punto di vista sociologico questa è una città post-industriale» – continua Éanna – «con un gran numero di persone sui 40- 50- 60 anni senza un’educazione, che hanno lasciato la scuola presto per andare a lavorare in fabbrica e che con la loro chiusura si ritrovano oggi senza aver imparato null’altro al di fuori della catena di montaggio. È difficile il loro reinserimento lavorativo». E dunque che fine fanno queste persone? La maggior parte percepisce la Dole, nel 2008 erano 898 i cittadini di Youghal a percepirla, oggi ne sono 1709 su una popolazione di 7794 abitanti. Allora fa comodo quel pacco di cibo marchiato UE, che nonostante la contingenza del momento non arriva nelle case di tanti, l’informazione gira poco,benchè il paese sia piccolo. Alcune signore ne vengono a conoscenza grazie allo scambio di battute che avviene tra uno scaffale e l’altro al supermarket del paese e tra stupore e incredulità ci si reca allora al Cumann Na Daoine. «Gli altri anni il mangiare veniva distribuito all’interno della scuola del paese, la Pobail Scoil o dalla comunità cattolica S.Vincent de Paul» – racconta Laurraine che lavora alla Youghal Enterprise, compagnia che offre servizi per aziende start-up, è lei che si è occupata dell’aspetto burocratico della distribuzione cibo- «Quest’anno invece la distribuzione è avvenuta al Cumann Na Daoine dove per la prima volta i cittadini potevano recarsi all’edifico e apponendo una semplice firma ricevevano un pacco di cibo». E non serve una social card o un documento; basta una firma, e magari anche due se il tuo vicino di casa non ha fatto in tempo a venire. «Ma questa è l’Irlanda» ripete Éanna quando glielo racconto. E non è poi tanto diversa dall’Italia. In fondo siamo europei.
19 Marzo 2014
YOUGHAL: CIBO GRATIS DALL’UE. «SIAMO IN IRLANDA»
Scritto da Nadia Esposito
Un pacco. Due kg di riso, due di cheddar cheese e uno di burro, questo il contenuto. Alimenti basilari nella dieta anglosassone.