Le parti in conflitto in Yemen devono agire ora per rinnovare il loro accordo di pace, per evitare di privare ulteriormente un’intera generazione del proprio futuro. È questa la richiesta dei bambini yemeniti, a pochi giorni dalla conclusione della tregua nazionale di due mesi appena terminata.
I bambini di Taiz e Sana’a hanno raccontato a Save the Children come la tregua – iniziata il 2 aprile – ha influito positivamente sulla loro vita e cosa si augurano dai futuri colloqui di pace. Per molti bambini la tregua ha rappresentato la prima volta in cui si sono sentiti fiduciosi per il loro futuro.
Maya*, 10 anni
“La parola ‘distruzione’ riassume bene la mia vita durante la guerra. Tutto è stato distrutto durante la guerra, le scuole e le case e ho perso mio zio e mio cugino” che ha avuto gravi complicazioni di salute dopo essere stata colpita da alcune schegge al braccio sinistro, alla schiena e allo stomaco. È essenziale che la tregua continui perché vogliamo vivere in sicurezza”, ha continuato. “Non vogliamo bombardamenti e paura. Vogliamo vivere una vita sicura e felice ma se scivoliamo di nuovo nella guerra vivremo nella paura, proprio come negli ultimi [sette] anni”.
Yemen: la crisi umanitaria
Quella dello Yemen rimane una delle più grandi crisi umanitarie al mondo e uno dei luoghi più pericolosi per essere bambini.
Tuttavia, dall’inizio della tregua, il numero di vittime tra i bambini è diminuito significativamente secondo i dati del Civilian Impact Monitoring Project. Tra febbraio e marzo, 50 bambini sono stati uccisi o feriti nella guerra in Yemen rispetto ai 18 durante la tregua, con una diminuzione di quasi il 65%. A gennaio, invece, che è stato il mese più letale in Yemen quest’anno, sono stati uccisi o feriti 136 bambini, più di sette volte il numero di vittime rispetto ai due mesi di tregua1.
Ammar, 11 anni, è stato ferito da schegge a Taiz, quando una granata è esplosa fuori da casa sua mentre giocava con i suoi amici. Per lui la pace in Yemen significherebbe la libertà per i bambini di giocare, imparare ed essere semplicemente bambini senza temere di essere colpiti.
Save the Children ha raccolto le richieste e le proposte di un gruppo di 20 bambini, tra cui Maya e Ammar, per far sentire la loro voce su come riportare la pace nello Yemen.
Cinque raccomandazioni dai bambini
Queste le cinque raccomandazioni che chiedono siano prese in considerazione dai decisori e dai negoziatori nell’ambito dei colloqui di pace attualmente in corso tra le parti in conflitto:
- rinnovare l’attuale accordo di tregua per un periodo di tempo indefinito.
- considerare la tregua come il primo passo per porre fine alla guerra nello Yemen;
- eliminare i blocchi stradali e consentire la libera circolazione delle persone e dei beni commerciali all’interno e tra i governatorati;
- sostenere gli sforzi per identificare e rimuovere le mine e i residuati bellici inesplosi;
- includere i bambini in tutti i futuri colloqui di pace.
Rama Hansraj, Direttore di Save the Children per lo Yemen.
“Gli ultimi due mesi di pace hanno acceso una nuova speranza di porre fine alle indicibili sofferenze di milioni di bambini in Yemen. I bambini meritano di essere ascoltati e coinvolti nelle decisioni sul loro futuro e su quello del loro Paese”
Le parti in conflitto devono rispettare il Diritto Internazionale Umanitario e i Diritti Umani, proteggere i bambini e le loro famiglie dall’orrore della violenza in corso, evitare l’uso di armi esplosive nelle aree popolate e adottare misure concrete e immediate per ridurre l’impatto su case, scuole, ospedali e infrastrutture civili vitali.