Nello Yemen, durante il mese di gennaio circa un civile è stato ucciso o ferito ogni ora, rendendo il mese di gennaio il più letale dopo l’ultima grande escalation del conflitto nel 2018. Nel paese, infatti, tra il 6 gennaio e il 2 febbraio più di 200 adulti e 15 bambini sono stati uccisi mentre 354 adulti e 30 bambini sono rimasti feriti, per un totale di 599 vittime civili, un numero che, purtroppo, si teme sia più alto. Le vittime di gennaio sono quasi il triplo della media mensile nel 2021[1] (209 vittime).
Yemen: la situazione nel Paese nel mese di gennaio
A ottobre, il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha votato per porre fine al mandato dell’organismo di esperti che indaga sui crimini di guerra nello Yemen. Dopo la decisione presa, il numero delle persone uccise e ferite è notevolmente aumentato[2] . È il terribile allarme lanciato da un report di Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro.
“I bambini sono quelli che di più e per troppo tempo, hanno sopportato il peso delle continue violenze nello Yemen e la loro sofferenza è stata resa ancora più pesante da un insopportabile silenzio e indifferenza a livello globale. Bene, il silenzio non è più un’opzione. La morte e il ferimento dei bambini e delle loro famiglie non sono in alcun modo tollerabili né perdonabili” ha dichiarato Gillian Moyes, Direttrice di Save the Children nello Yemen.
“La feroce escalation di violenza di gennaio, ha causato un altissimo numero di morti e feriti tra la popolazione, oltre a gravi danni alle infrastrutture civili, come strutture sanitarie, una scuola, gli impianti di telecomunicazione, una prigione e una struttura idrica. Questa nuova escalation sta portando al limite la già grave condizione in cui versa la popolazione yemenita, così vulnerabile ed esausta a causa del protrarsi dei combattimenti, e sta ulteriormente complicando la situazione umanitaria e limitando l’accesso alle aree colpite” ha proseguito Gillian Moyes.
Save the Children chiede alle parti in conflitto di rispettare i propri obblighi sui diritti umani e sul diritto umanitario internazionale, secondo le leggi internazionali, e di proteggere la popolazione e le infrastrutture civili dall’orrore della violenza in corso. L’Organizzazione, inoltre, chiede di limitare l’uso di armi esplosive nelle aree popolate poiché rischiano di colpire, con gravi conseguenze i civili ed in particolare i bambini, e di adottare misure immediate e pratiche per ridurre il loro impatto sulla popolazione e sulle infrastrutture.
Save the Children opera in Yemen dal 1963, con programmi di educazione, protezione dell’infanzia, salute e nutrizione, fornitura d’acqua e servizi igienico-sanitari e in risposta alle emergenze nella maggior parte del paese.