(Adnkronos) – Cinque anni dopo averne fatto richiesta, lunedì 13 maggio la difesa di Massimo Bossetti potrà visionare, per la prima volta, i reperti legati all’omicidio di Yara Gambirasio. Per la morte della 13enne di Brembate nel bergamasco, scomparsa il 26 novembre 2010 e ritrovata cadavere il 26 febbraio 2011, è stato condannato in via definitiva all’ergastolo Bossetti. Dopo una lunga battaglia in Cassazione, conclusasi lo scorso febbraio, i legali Claudio Salvagni e Paolo Camporini hanno strappato solo la possibilità di osservare gli abiti della vittima e i profili di Dna.
Lunedì pomeriggio (ore 15), davanti ai giudici della corte d’Assise di Bergamo, in un’udienza a porte chiuse a cui il condannato parteciperà in video collegamento dal carcere a Bollate, i difensori e i propri consulenti visioneranno quanto rimasto sigillato per anni in uno scatolone.
L’osservazione riguarderà, tra l’altro, gli slip su cui è stata trovata la traccia genetica mista, della vittima e dell’allora Ignoto 1, considerata la prova regina contro Bossetti; la felpa che Yara indossava il 26 novembre 2010, giorno della scomparsa; il giubbotto che aveva nel campo di Chignolo d’Isola dove è stata trovata senza vita tre mesi dopo. E appariranno anche le 54 provette di Dna – trasferite da un frigorifero dell’ospedale San Raffaele di Milano all’Ufficio corpo di reati del tribunale di Bergamo – che hanno acceso un aspro scontro tra difesa e accusa.
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