‘Creare task force senza una chiara funzione e programmazione delle azioni da intraprendere non serve a nulla. Abbiamo visto che fine hanno fatto le semplicistiche e riduttive strategie di contenimento fin ora adottate da una parte della ricerca che oggi si affanna a giustificarne l’approccio. Il programma di lavoro della task force deve partire dall’analisi delle unità di paesaggio, passando per il catasto dei disseccamenti, lo studio dei suoli, l’epidemiologia e l’incidenza di fitopatie come lebbra, rogna, zeuzera fino ad arrivare a sviluppare strategie di contenimento del batterio come le potature sanitarie, la nutrizione e la cura dell’olivo.‘ lo dichiara il consigliere M5S Cristian Casili intervenendo ancora una volta in merito al dibattito che si sta sviluppando in questi giorni sulla Xylella.
‘Occorre un approccio territoriale su larga scala che consideri la multidimensionalitá della malattia partendo dallo studio delle cause che hanno portato il nostro uliveto ad ammalarsi. Indagare la complessità del fenomeno del disseccamento non è affatto semplice ma è percorso obbligato’. Secondo il consigliere pentastellato, si starebbe continuando a perdere tempo dibattendo sul nulla cosmico, in una guerra mediatica basata sullo stabilire chi abbia ragione, ‘proprio adesso che, non essendoci più lo stato di emergenza inizia il bello. Il disseccamento degli ulivi – prosegue Casili – ha bisogno di un quadro di conoscenza fondato su tutto ciò che fino ad oggi è stato ignorato e che ha portato a valutazioni errate. Abbiamo la grande opportunità di rivalutare l’olivicoltura pugliese come elemento multifunzionale della nostra regione che sviluppa servizi ecosistemici: regimazione delle acque, contenimento del dissesto idrogeologico, dell’erosione, dell’ inquinamento dei suoli e delle falde acquifere, ma che ha anche importanti effetti positivi sul microclima, sul turismo, sulla mitigazione dell’edificazione selvaggia di questi anni. Questi servizi ecosistemici hanno un valore economico non misurabile – conclude – che è nettamente superiore al valore della produzione di olio. La politica deve capirlo presto se non vuole dissipare la principale matrice paesaggistica che tiene in piedi la Puglia‘.