Il 16 novembre, all’Auditorium di Napoli, la Rai ha ospitato la XXXI edizione del Premio Elsa Morante, premio che la presidente, Dacia Maraini, vuole ispirato alla figura della Morante stessa, donna e scrittrice appassionata e curiosa della vita, dolce e pungente amica che pur amando la popolarità, intratteneva con essa un rapporto ambivalente, intessuto di piacere e timori.
“Il premio, ha dichiarato la presidente, offre uno spaccato profondo, vivace e stimolante della cultura italiana, fondendo vari aspetti della creatività, dalla letteratura al cinema, alla TV, alla musica”
Il premio per la narrativa è stato assegnato a Nicola Lecca, raffinato scrittore, per il suo libro “I colori dopo il bianco” Mondadori ediz.,un romanzo di viaggio che “restituisce ai lettori le sfumature di due città, Marsiglia e Innsbruck, e gli sbalzi d’anima della protagonista che, attraverso il cambiamento dei luoghi, percepisce le possibilità del cammino della vita”.
Lecca si è detto affascinato dalla nostra città che gli pare un autentico teatro a cielo aperto, dove le persone ancora chiacchierano alla fermata del bus, nei taxi, nelle salumerie dove è entrato per la sua piccola spesa. Ha poi accomunato Napoli a Marsiglia, due città a vocazione mediterranea ma differenti per il grado di accettazione dei rispettivi paesi, laddove Napoli e la sua cultura suscitano ammirazione, Marsiglia è oggetto di sarcasmo nel resto della Francia.
A Renzo Arbore è stato assegnato il premio per la Comunicazione; col suo documentario “Da Palermo a New Orleans… e fu subito Jazz” ha ricercato e raccontato delle origini del jazz che non sono americane o africane ma palermitane! Ne sarebbe stata lieta Elsa Morante che amava, e come darle torto, il jazz di B. Holiday e C. Baker e vantava origini siciliane.
Ad Arbore è stata riconosciuta la “capacità narrativa, comunicativa e di ricerca … e la sua peculiare capacità di intrecciare genialità, cultura e divertimento”.
Arbore, figlio della Rai, ha dichiarato che ama lavorare per le reti tematiche e lo fa volentieri anche gratis, pur di lasciare testimonianze dei talenti e della storia della musica. Amabile come sempre ha raccontato del suo legame con la città di Napoli e dell’amore che gli americani nutrono per la nostra cultura musicale.
Per la sezione musica il premio è stato attribuito a Mogol, autore di testi musicali per Battisti, Tenco, Rino Gaetano, Mina, Celentano e tanti altri.
“Come definire un autore di testi al pari suo, di De André o di Di Giacomo se non poeti?” E’ stato chiesto a Mogol, “ E’ il tempo a decidere, se dopo 50 anni il testo di una canzone resta nel cuore e nel repertorio degli artisti, può essere definito poesia”, ha risposto il maestro.
Ad Elena Ferrante è stato assegnato il premio alla carriera, coi suoi libri ha conquistato i cuori dei lettori di ogni paese vendendo milioni di copie. Figura pregnante della nostra cultura, scrittrice sensibile e misteriosissima non ha, come suo solito, ritirato il premio che è stato consegnato ai suoi editori, S. Ferri e S. Ozzola.
Sulla scia della Ferrante-mania è nato il docufilm “Ferrante fever” per il quale è stato premiato il regista Giacomo Durzi.
Mentre al noto scrittore Francesco Piccolo, autore della sceneggiatura tratta da “L’amica geniale”, una fiction con la mega produzione Rai e l’americana Hbo, è andato il premio Elsa Morante “Dai libri ai film”.
Il romanzo “Gotham city. Viaggio segreto nella camorra dei bambini” di Simone Di Meo, ediz. Piemme, si è aggiudicato il Premio speciale Amici del Premio Elsa Morante. Un romanzo crudo che narra la guerra sanguinaria dei giovani camorristi napoletani che lo scrittore ha incontrato e intervistato.
Di Meo ha raccontato, sul palco dell’Auditorium, dell’attuale assenza di un codice d’onore all’interno della camorra stessa che un tempo “educava” gli affiliati a relazionarsi e contenersi nei rapporti col resto del mondo. “Se un tempo era inaccettabile il fenomeno camorristico anche coi suoi codici oggi lo è maggiormente, voglio ricordare il grande giornalista Marrazzo che per le sue inchieste intervistava di persona gli esponenti della camorra senza essere preso a testate. E il timore che Pasolini nutriva circa la sparizione delle periferie ad opera della città, che è stato rovesciato dagli eventi, le periferie hanno inglobato le città e sono i nostri ragazzi, figli della borghesia, a tatuarsi e vestirsi come i camorristi”, ha così risposto lo scrittore alle domande della giuria.
La giuria del premio, presieduta dalla Maraini, era formata da S. Calandrelli, F, Cevasco, V. Colimoro, R. Faenza, D. Morante, P. Ruffini, M. Costanzo, M. Maggioni, G, Nannini che ha inviato un video di saluti, T. Notarbartolo, direttore della manifestazione e T. Triscari.
A.Parlati, vicedirettore del Centro Produzione Rai di Napoli diretto da F. Pinto sono stati i rappresentanti per la Rai, media partner dell’evento in partnership con l’European Cultural Centre La Dante di Cambridge.