Le vacanze sono agli sgoccioli e tra poco tanti bambini e ragazzi torneranno sui banchi di scuola per riprendere le proprie attività educative. Così come i “cuccioli” di uomo anche i cuccioli di tante specie animali hanno un loro percorso di apprendimento attraverso il quale imparano a muoversi, a nutrirsi, a socializzare: in una sola parola a vivere. Dal gorilla alla tigre, dall’orso polare passando per il panda, il lupo, losqualo e l’elefante ecco una carrellata sulla scuola della Natura.
GORILLA JUNIOR. I gorilla hanno capacità di apprendimento e di espressione delle emozioni sorprendentemente simili alle nostre! Non è un caso: dopo i bonobo e gli scimpanzé sono i nostri parenti più stretti. I gorilla hanno una tale capacità di apprendere, che in alcuni esperimenti un esemplare è stato capace di usare più di 1000 segni appresi dalla sua istruttrice e comprendere oltre 2000 parole in lingua inglese. Questa grande capacità deriva dall’alto grado di socialità della specie, che vive in natura in gruppi numerosi di diverse femmine, dominati da un maschio adulto. Oltre che apprendimento per imitazione e associazione, nel gorilla esiste anche l’apprendimento per ragionamento… un po’ come accade nell’uomo. Famosa la storia di un gorilla in Congo che, prima di attraversare un fiume, fu osservato utilizzare un bastone per capire la profondità e la difficoltà dell’azione.
TIGRE JUNIOR. I cuccioli di Tigre, a pochi mesi d’età, cominciano a seguire la madre durante la caccia. Cominciano così ad osservare il suo comportamento in agguato, il suo furtivo avvicinamento alle prede e il suo modo di abbatterle, cimentandosi sempre più spesso in queste operazioni essi stessi finché, all’età di circa due anni, il loro comportamento di predazione si sarà completamente formato. La predilezione per alcune prede e le tecniche di caccia dipenderanno in gran parte proprio dai ‘gusti’ della madre e vengono appresi dai giovani durante il primo anno di vita.
PINGUINO JUNIOR. Tra i genitori più attenti alla crescita dei propri piccoli troviamo certamente i pinguini. Sia padre che madre si prendono cura del pulcino dalla nascita fino a circa 5 mesi, quando le dimensioni del proprio figlio sono simili a quelle degli adulti. È in questo periodo che il giovane comincia ad avvicinarsi alla banchisa e a prendere confidenza con il mare e la caccia, sempre sotto la supervisione e gli insegnamenti dei genitori. I giovani pinguini, in colonie che possono contare anche migliaia di individui, apprendono come tuffarsi e cacciare non solo dai genitori, ma tramite osservazione dei tanti adulti che giornalmente vanno in mare alla ricerca di cibo.
SQUALO JUNIOR. Gli squali sono pesci predatori, che individuano le proprie prede con l’aiuto di… un organo di senso molto particolare! Già nei giovani squali è stata osservata la capacità di individuare le prede anche a chilometri di distanza. Si è scoperto che non lo fanno grazie all’olfatto, ma grazie ad un organo presente sul fianco, chiamata ‘linea laterale’. Grazie a questo speciale sonar, gli squali sono in grado di avvertire le vibrazioni dell’acqua prodotte da un pesce in difficoltà, e così a localizzarlo e raggiungerlo in breve tempo. Nelle prime settimane di vita i giovani squali hanno modo di fare esperienza e di riuscire così da diventare da adulti tra i più temuti predatori dei mari.
LUPO JUNIOR. Come muoversi sul territorio? Dove si nascondono i pericoli? Dove si può trovare cibo? Sono tutte informazioni che mamma e papà lupo trasmettono ai piccoli, e che saranno utilissime quando i giovani lupi se la dovranno cavare da soli. Per i lupi è fondamentale allenare la “memoria olfattiva”. Infatti è proprio nel primo anno di vita che i giovani cominciano ad esplorare il mondo e a memorizzare tutto tramite il… naso. Grazie al loro fiuto infallibile i lupi si orientano benissimo anche di notte, riuscendo così a muoversi anche decine di chilometri, evitando i maggiori pericoli legati all’uomo e riuscendo a sentire l’odore delle prede anche a lunga distanza. Pochi animali sanno memorizzare gli odori e gli insegnamenti dei genitori come i lupi.
ORSO POLARE JUNIOR. In un ambiente freddo e difficile come l’Artico, i giovani orsi polari dipendono totalmente dalla madre nei primi mesi di vita. E dai primi mesi si formano l’esperienza necessaria per affrontare un ambiente tanto ostile. Gli orsi sono infatti animali ‘culturali’, che si trasmettono di generazione in generazione le conoscenze. Nascondersi dai pericoli e dalle intemperie e reperire prede può infatti valere la differenza tra la vita e la morte tra i ghiacci. Per questo i piccoli orsi restano quasi due anni con la madre. Più apprendimento significa maggiori possibilità di sopravvivenza.
PANDA JUNIOR. I piccoli Panda nascono in estate e per i primi mesi si muovono solo di qualche metro. Una particolarità di questa specie è infatti la crescita lenta e solo dai 3-4 mesi i piccoli sono in grado di muoversi autonomamente. È da questa età che la madre li accompagna nei boschi di bambù, pianta che costituisce il 99% della dieta degli adulti. Come negli altri Ursidi, anche nel Panda il legame tra cuccioli e madre è forte e duraturo, e i giovani Panda continuano ad apprendere dalla madre fino ai due anni d’età. Solo allora mamma Panda li lascia andare per la loro strada, consapevole che i suoi insegnamenti contribuiranno alla sopravvivenza dei suoi figli.
ELEFANTE JUNIOR. “Un elefante non dimentica mai”… così dice un vecchio detto. Ed è proprio così. Oltre ad avere una socialità spiccata e un intelligenza unica, gli elefanti si distinguono per la loro memoria incrollabile. Si raccontano storie di elefanti ormai anziani che riconoscono i resti dei propri parenti, restando minuti ad accarezzarli anche dopo anni dalla loro morte. Grazie a questa memoria i giovani elefanti non dimenticano nulla di quanto appreso nel gruppo familiare durante i primi anni di vita: un bagaglio di informazioni decisivo per ambienti dove le risorse come acqua e cibo sono rare e spesso stagionali. Una memoria che può significare sopravvivenza.
DELFINO JUNIOR. Il Delfino è una specie dotata di un’intelligenza straordinaria. Solo l’uomo e le grandi scimmie possono essere comparati ai delfini, sia per grandezza del cervello rispetto alla massa corporea, sia per la sua complessità. Grazie a queste caratteristiche il Delfino è in grado di comunicare in maniera unica con i suoi simili. Alcuni studi sembrano dimostrare che i delfini sono in grado addirittura di apprendere il linguaggio familiare, così da distinguersi da tutte le altre famiglie durante le ‘conversazioni’ in mare! Una sorta di apprendimento sociale, un sapere che viene trasmesso da individuo a individuo e da generazione a generazione.
Foto: © Martin Harvey