Se l’AGCOM emanerà  il regolamento conseguente al decreto Romani, introducendo un balzello di accesso di 3.000 euro per tutte le web tv, ci dovrà essetre  battaglia per impedire che si metta il bavaglio anche al più  libero strumento d’informazione oggi esistente al mondo
Sta per abbattersi sull’informazione libera, ancorché minima e residuale in Italia, una mannaia di inaudita potenza. Si sa benissimo che, fortunatamente, la libera informazione sul web non è ancora asservita alle regole ferree del marketing e del mercaro. Dopo il varo del cosiddetto decreto Romani (dal nome del viceministro alle comunicazioni) che prevede vari interventi (restrittivi) per l’informazione in genere, senza esclusione del web, l’ Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) dovrà introdurre, fra le altre limitazioni previste, un balzello di tremila euro per web-tv e portali di informazione. E’ inevitabile, quindi, che la cesoia sulle web tv che andrà ad attuarsi non farà altro che avvantaggiare i grandi network e gruppi editoriali che già detengono la stragrande fetta del mercato dell’informazione. Tra le pochissime parti politiche che si sono sensibilizzate a questi temi è Italia dei Valori (con Giovanni D’Agata componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatoreâ€), che raccoglie l’appello di alcune emittenti sulla rete e ritiene che l’introduzione di una così iniqua barriera d’ingresso alla libera informazione che riescono a garantire le piccole emmittenti di internet è un ulteriore passo verso il regime mediatico che è ormai sotto gli occhi di tutti. Ancora una volta non resta che l’appello alla sensibilità dei componenti l’AGCOM, vista la persistente e presupponente ottusità di chi è chiamato a far leggi, e pur ritenendo utile una minima regolamentazione nel gran marasma generato dall’aumento vertigionoso di siti internet di ogni tipo e genere, invitali a prendere tutte le iniziative opportune al fine di evitare la repressione verso un così utile strumento di informazione istantanea e libera.