Triennale Milano presenta We Are Who We Are Stratificazione di linguaggi nell’arte contemporanea, un progetto di Damiano Gullì in collaborazione con Annika Pettini dedicato ad approfondire pratica e poetica di artiste e artisti italiani caratterizzati da uno sguardo trasversale e un approccio sempre più fluido rispetto alle diverse discipline. Gli incontri – parte del programma di Triennale Estate – sono strutturati in tre conversazioni one to one: ogni appuntamento è dedicato a un singolo artista con l’obiettivo di far emergere, attraverso un confronto intimo e spontaneo, la capacità di analisi e narrazione che è racchiusa nei processi di ricerca artistica e le diverse modalità in cui essa si declina.
Mercoledì 10 luglio, alle ore 19.00, il terzo appuntamento vede Annika Pettini, scrittrice e responsabile Cultura per Edizioni Zero, in conversazione con l’artista Alba Zari.
Alba Zari (Bangkok, 1987) si è laureata al DAMS di Bologna. Ha frequentato un corso intensivo di Fotografia Documentaria presso l’International Center of Photography di New York e ha conseguito un Master in Fotografia e Visual Design presso la NABA di Milano. Utilizza il mezzo fotografico come strumento di indagine e autoanalisi, interrogandosi sulla sua capacità di funzionare come traccia, indizio e sulla sua natura ingannevole. Il suo approccio apparentemente rigoroso e scientifico nasconde una capacità interpretativa profondamente poetica dei temi della memoria e dell’identità.
Fin dall’infanzia ha condotto una vita nomade che l’ha portata a vivere in diverse città e paesi. La sua esperienza come viaggiatrice influenza e si riflette nella sua pratica fotografica, che esplora temi sociali, come ad esempio i suoi visual studies sui centri di salute mentale e sui diffusi disturbi alimentari della società americana.
Le sue ultime opere includono Fear of Mirrors (2023-2024), Rakshasa (2023-2024), Occult (2019-2023), un visual study sulla propaganda della setta dei Bambini di Dio. The Y- Research of Biological Father (2017) nasce da un viaggio alla ricerca delle sue origini attraverso il padre che non ha mai conosciuto. Places (2015), un libro e un progetto fotografico realizzato con ElementWo che si occupa di analisi della comunicazione visiva della propaganda ISIS. Ha pubblicato il breve documentario FreiKörperKultur (2021) presentato in anteprima alla Settimana della Critica di Venezia. Sta lavorando al suo primo documentario White Lies.
Con il progetto Y è parte del Foam Talents 2020. Il suo lavoro è stato presentato a festival e musei internazionali come MAXXI, Roma, London Art Fair, Circulation Paris e Athens Photo Festival. Ha vinto il premio speciale della giuria a Images Vevey (Svizzera, 2022) con l’opera Occult, il Premio Graziadei (2021) e il secondo premio al Backlight Prize (Finlandia, 2020). Le sue opere sono presenti in collezioni private e musei, tra cui Fotomuseum Winterthur, MAXXI, Fondazione Orestiadi e Collezione Donata Pizzi.