Con una ventina di opere di recente produzione, inclusi alcuni inediti – quali Resurfacing, Italian Diver eLong Stretch (2016) – questa mostra torinese rappresenta un’occasione unica per cogliere le suggestioni di un autore di primo piano nel panorama artistico contemporaneo.
Il titolo della mostra “Waterscape” riassume le intensioni sottese all’opera dell’artista: “Quel che cerco di dipingere è l’escapismo… un momento per nascondersi, evadere e restare soli con se stessi“, come lui stesso spiega.
Eric Zener si è affermato sulla scena internazionale soprattutto per i suoi lavori incentrati sul tema dell’acqua.
L’acqua è per l’artista medium di trasformazione poiché, come ha dichiarato egli stesso, “immergendosi nella fluidità rigeneratrice di questo elemento naturale, anche solo per un momento, è possibile evadere, raggiungere livelli di coscienza sommersi e ritrovare la propria luce interiore per poi riemergere ispirati”.
Il suo stile, d’impronta iper-realista, è stato associato da alcuni critici agli ideali della Scuola di Barbizon e della Hudson River School. In un’intervista a Jessica Lyons, tuttavia, Zener ha definito la sua ricerca artistica quale espressione di una sorta di “Rinascimento contemporaneo”.
Ogni creazione di Eric Zener è un unicum, i suoi famosi mixed media works sono realizzati infatti grazie ad una tecnica particolare sperimentata dallo stesso artista: sono sinfonie visive tra fotografia e pittura, assemblate su pellicola e foglia d’oro o argento, su supporto di tavola e cristallizzate nella resina.
Preziosi e profani fondi oro del nostro tempo, questi lavori restituiscono il senso di fluidità dell’acqua e catturano la luce che vi filtra o si riflette in superficie, come in A Moment in Time. Sono immagini di rara bellezza che coniugano spiccato realismo e idealizzazione estetica di corpi perfetti in movimento nelle trasparenze dell’acqua.
Nato in Oregon nel 1966, californiano d’adozione, Eric Zener ha ricevuto diversi premi internazionali, fra cui II Beca Primavera de L’Ajuntament de l’Escala (2000), il Palm Springs Desert Museum Award (2000) e il New American Paintings Award (1998).
Le sue opere sono presenti in prestigiose collezioni private e museali, incluse le raccolte dell’Iquantic di San Francisco e Boston, del Museo Alfabia di Sumoto (Giappone), e del Miniatuur Museum di Amsterdam.