“Abbiamo bisogno delle migliori idee al livello politico per dare le giuste opportunità a tutte le donne”
La presidente Ursula von der Leyen al W20
Gender pay gap, violenza, fragilità economica: sono questi i temi focali che hanno animato il dibattito del W20, il summit delle donne svoltosi a Roma dal 13 al 15 luglio scorsi. Il summit ha visto allo stesso tavolo di discussione donne di ogni provenienza geografica e culturale. In tutto il mondo, negli anni Duemila, le donne devono fare ancora tanta strada per ottenere la parità di genere. Vediamo insieme quali sono gli scenari (individuati in questi tre giorni) che si aprono soprattutto dopo la pandemia.
Il summit delle donne W20 a Roma
“Non è vero che dobbiamo scegliere tra la carriera e la famiglia. Conosco gli ostacoli, ma dobbiamo pretendere un accesso equo al mondo del lavoro e poter allo stesso tempo crescere i nostri bambini” le parole pronunciate nel videomessaggio inviato da Ursula von der Leyen in occasione del Summit del W20 di Roma colpiscono nel segno. La mancanza di sostegni alla famiglia, intesi come strumenti che possano alleviare le donne dalla cura dei bambini e degli anziani fragili, rende l’accesso al mondo del lavoro per le donne sempre più difficile. A livello globale, il 55% delle donne di età compresa tra i 15 e i 64 anni è impiegata nel mondo del lavoro contro il 78% degli uomini. Quando, invece, riescono a inserirsi nel mondo del lavoro devono scontare un divario salariale del 15%. I dati si riferiscono a ben 18 dei 20 Paesi del G20 dei quali la metà non ha leggi che prevedano la parità salariale tra uomini e donne. Nonostante giuridicamente alle donne dei Paesi appartenenti al G20 sia concessa la parità nell’accesso al credito, al 22% delle donne che vivono in uno di questi Paesi è negato l’accesso a conti correnti.
“Credo che la battaglia di fondo che anima il senso del W20 Women sia una battaglia ancora da vincere in ogni parte del mondo, e anche nel nostro Paese facciamo i conti quotidianamente con residui di una cultura di un tempo che vorremmo metterci alle spalle”
Il ministro della Salute Roberto Speranza al W20
Nuove opportunità
I disastri naturali determinati dai cambiamenti climatici, come anche la pandemia, riversano le loro conseguenze più dannose sulla salute e sui diritti delle donne. Al tempo stesso, il nuovo concetto di economia, sostenibile a tutti i livelli, deve essere una nuova opportunità per l’inserimento delle donne. Donne che ancora oggi per la maggioranza sono tenute fuori dall’ambito tecnologico. L’industria tecnologica, oggi, conta la presenza delle donne nei ruoli di maggiore importanza solo per il 21%. Il problema, in realtà, è alla base in quanto alle donne è ancora preclusa la possibilità di accedere a competenze tecnologiche e digitali e non solo. Secondo le stime fornite da Save the Children, 11 milioni di ragazze potrebbero non tornare più a scuola. Eventualità che espone le giovani donne allo sfruttamento del lavoro giovanile o anche a matrimoni e gravidanze precoci.
La violenza sulle donne
I lavori del W20 hanno definito la questione della violenza sulle donne al pari di una pandemia globale. In ogni parte del mondo 1 donna su 3 subisce una forma di violenza nella propria vita, che sia sessuale, economica, psicologica, o che si esprima sotto forma di ricatti sul posto di lavoro. E’ importante sottolineare che ogni episodio di violenza sulle donne rappresenta una violazione dei diritti umani e come tale va combattuta. Una violazione che priva le donne delle loro libertà fondamentali. Come ha sottolineato Linda Laura Sabbadini, direttrice centrale dell’Istat e Chair del W20, “Le donne sono la metà del mondo, non sono una minoranza a cui dare briciole e parità, le donne devono essere valorizzate“.