Ha una caratteristica forma a scudo, durante la fase finale della sua attività sul Pianeta Rosso ha emesso flussi di lavaogni 1-3 milioni di anni e si è messo a riposo circa 50 milioni di anni fa, più o meno l’epoca in cui sul nostro pianeta scomparvero i dinosauri.
Stiamo parlando di Arsia Mons, vulcano a scudo situato a sud dell’equatore di Marte, al centro di una ricerca presentata ieri alla 48° Lunar and Planetary Science Conference, in corso in Texas, e poi pubblicata sulla rivista Earth and Planetary Science Letters con il titolo “Recurrence rate and magma effusion rate for the latest volcanism on Arsia Mons, Mars”.
Arsia Mons, componente più a sud di un ‘terzetto’ di vulcani a scudo noto con il nome di Tharsis Montes, si è formato in seguito a colate laviche molto fluide avvenute nel corso di miliardi di anni e, anche se alcuni dettagli del suo ciclo di vita ancora non sono chiari, gli autori della ricerca ritengono che il vulcano abbia raggiunto il massimo della sua attività circa 150 milioni di anni fa.
Nella caldera sommitale di Arsia Mons, che vanta un diametro di oltre 100 km, sono stati inoltre identificati 29 camini vulcanici, che secondo gli studiosi sarebbero connessi all’attività più recente del cratere.
La caldera in questione, già immortalata dall’orbiter Viking 1durante la sua storica missione esplorativa di Marte, è stata ulteriormente fotografata con lo strumento Context Cameradella sonda NASA MRO (Mars Reconnaissance Orbiter).
Le nuove immagini ad alta risoluzione hanno consentito al team della ricerca di esaminare i dettagli geologici all’interno della caldera, con particolare riferimento alle tracce dei flussi di lava emessi dai 29 camini, alla loro stratigrafia e alla loro età.
Le informazioni ottenute sono state utilizzate per fare approfondimenti con un nuovo modello informatico, sviluppato dalla University of South Florida, e hanno consentito di datare i vari flussi di lava, tra i quali i più antichi risalgono a circa 200 milioni di anni fa mentre i più recenti a 50 milioni.
Il modello ha permesso anche di ipotizzare l’ammontare delleemissioni di lava dei 29 camini, che, complessivamente, nel momento di massima attività di Arsia Mons, avrebbero prodotto da 1 a 8 chilometri cubici di magma.
Secondo gli autori della ricerca, una migliore comprensione dei processi vulcanici di Marte e dei loro cicli di vita è di fondamentale importanza per approfondire sia la storia del pianeta che la sua struttura interna. I vulcani marziani, infatti, sono caratterizzati da un’attività che si protrae nel tempo per periodi molto più ampi rispetto ai loro ‘colleghi’ terrestri e anche i processi di produzione del magma si presentano piuttosto differenti.