In relazione alla discussione che si è recentemente sviluppata sul tema dei voucher, da ultimo dopo i dati diffusi ieri dall‘Inps, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali informa che il Ministro ha da tempo costituito un gruppo di lavoro, composto da dirigenti del Ministero stesso e dell’Inps, per monitorare le modalità di impiego dei voucher, con l’obiettivo di verificare la coerenza delle forme di utilizzo con le finalità dello strumento e di combattere eventuali abusi.
È utile ricordare le varie fasi di evoluzione dello strumento, introdotto nel 2003 da un provvedimento che prevedeva la possibilità di ricorrervi con riferimento ad attività particolari (piccoli lavori domestici, di giardinaggio, di pulizia e manutenzione di edifici e monumenti insegnamento privato supplementare, realizzazione di manifestazioni culturali e sportive), con la finalità di recuperare aree di lavoro nero o irregolare e di garantire a questi lavoratori una copertura assicurativa e, seppur limitatamente, previdenziale. Il lavoro accessorio ha visto un successivo ampliamento dell’ambito di applicazione e dei limiti economici. In particolare, questo ampliamento è avvenuto in conseguenza della riforma Fornero (legge 92/2012), con la quale sono state eliminate, tranne che per l’agricoltura, le causali soggettive e oggettive, confermando limiti di carattere esclusivamente economico. Caratteristiche ulteriormente rafforzate da un decreto legge del 2013. È appunto in questa fase che si registra la forte accelerazione nel numero dei voucher venduti che si incrementano fortemente anno dopo anno. Nel 2015 si registra un trend di crescita ancora molto forte, ma comunque inferiore rispetto a quello dell’anno precedente.
Il monitoraggio condotto dal gruppo di lavoro viene effettuato anche in relazione ai settori di impiego, alle tipologie e dimensioni delle imprese utilizzatrici e all’importo medio dei voucher. I risultati di questo lavoro potranno essere impiegati nell’ambito della revisione dei decreti legislativi di attuazione della riforma del lavoro, come previsto dalla stessa legge delega.