Da oggi, l’Italia entra ufficialmente nella fase dell’emergenza Coronavirus. Il lockdown è stato allentato ma ripensando ai due mesi quarantena, qual è stato una delle costanti all’interno dei vari movimenti come #andratuttobene o #restacasa? La musica. Canzoni, melodie, concerti online hanno tenuto compagnia gli italiani sin dall’inizio del mese di Marzo.
Musica di ogni genere, periodo storico e per tutte le età. Non è mancato proprio nessuno all’appello anche la musica popolare quella nata e sviluppatasi nell’Italia Meridionale. La musica popolare ai tempi del Covid 19 ha prodotto l’album “Voci del Sud” firmato da Nello Rizzo & I TARAMMURRIA, un progetto tutto meridionale.
Il progetto Voci del Sud
Del progetto Voci del Sud e non solo ne parliamo con i diretti interessati con uno sguardo anche al periodo appena passato della quarantena causata dal Covid 19.
Iniziamo rompendo il ghiaccio, cos’è il progetto Nello Rizzo & Tarammurria?
“Il progetto Nello Rizzo & I TARAMMURRIA è un progetto nato da pochissimo per diffondere il più possibile la musica e le tradizioni del Sud Italia con contaminazioni Mediterranee e a tratti Irlandesi. La parola TARAMMURRIA fonde al suo interno le parole Taranta, Tarantella e Tammurriata che sono poi i generi musicali rappresentativi del Sud Italia. Non esiste un modello di ispirazione musicale per questo progetto che parte dai tipici suoni dei strumenti della nostra terra (chitarra battente, organetto e tamburello) per svilupparsi in chiave moderna grazie a strumenti più contemporanei senza però abbandonare le classiche sonorità e le armonizzazioni tipiche del Sud Italia. La formazione del gruppo vede Pierfrancesco Vairo alla sezione ritmica, Raffaele Errico al basso, Feliciano Di Matteo alla fiscarmonica, Antonietta Speranza e Milena Vertucci voce e cori e Nello Rizzo voce e chitarra”.
Come nasce l’album “Voci del Sud”?
“L’album “VOCI DEL SUD” nasce casualmente e in maniera a dire il vero molto veloce. Tre brani di questo album sono stati scritti antecedentemente alla formazione del gruppo mentre gli altri 6 brani sono nati tutti durante la fase di restrizioni per il Covid-19. Stando chiusi in casa si ha più tempo da dedicare alla musica e soprattutto si ha più tempo per dare spazio e vita alle proprie idee. Questo album è una sorta di sfogo o se si vuol azzardare un termine più forte, una voglia di ribellione ma al tempo stesso contiene molti brani “sentimentali” che parlano dell’attaccamento alla propria terra, dell’amore verso un figlio e verso la mamma. Voci del Sud è un inno alla vita e alla speranza, all’amore e alla giustizia. E’ il desiderio di darsi e di darci voce quando ci sembra di non essere mai ascoltati abbastanza”.
Cosa c’è nel vostro futuro?
“Questa è una bella domanda. Quello che vorremmo vedere nel nostro futuro sono tanti album, tanti palcoscenici e tanta musica in giro per il mondo. Attualmente stiamo cercando un’etichetta che ci promuova e ci pubblicizzi ma il mercato offre soltanto prestazioni totalmente a pagamento (da parte nostra) il ché ci ha visto costretti ad auto-produrci e auto-distribuirci negli store digitali. Quello che ci basta, per adesso, è sapere di tornare al più presto alla normalità e suonare, suonare e suonare”.
Musica e Quarantena, come la musica è stata “arma” in questi due mesi?
“Diciamo che se non ci fosse stata la musica tutto sarebbe stato più difficile. La musica unisce e distrae al tempo stesso e soprattutto elimina ogni sorta di distanza. La musica è l’arma pacifica con la quale si combattono e si possono vincere le guerre, in questo caso è stata l’arma che ci ha fatto in parte combattere e dimenticare il virus. Sei dei nostri brani, infatti, sono nati in questo periodo di quarantena forzata e sono stati registrati nelle nostre case. Anche il video “Voci del Sud”, che dà il titolo all’album, è nato durante le nostre notti insonni trascorse su internet a cercare le scene giuste che meglio si sarebbero adattate al testo della canzone.
Ed ecco che in quarantena sono nate Voci del Sud, Rivolta popolare, Ballata per un figlio, Tammurriata a lu balcone, Carmine Crocco e Tarantella in quarantè. Come si può notare dai titoli, alcuni brani sono prettamente collegati a questo periodo e raccontano ironicamente spaccati di vita quotidiana di questi giorni, altri invece, sono lo sfogo e la liberazione di chi è stanco di sentirsi sempre messo all’angolo e trova la forza di ribellarsi contro uno Stato che ci sta sempre più dimenticando e trascurando. Alla fine se non ci fosse stata la musica probabilmente il gruppo si sarebbe sfasciato data la lontananza dalle sale prove e dai palchi e adesso non staremmo qui a raccontarci”.