Caterina II la Grande arriva su Sky
L’ambizione prima di tutto
Molti storici la descrivono come una donna poco empatica, priva di valori, molto egoista e dai desideri smodati. Per uscire dall’isolamento e dalla diffidenza a cui l’aveva destinata la corte russa, Caterina dovette fare appello a tutta la sua determinazione, audacia e senso pratico. Bisognava ribaltare una situazione che era chiaramente un ostacolo alle sue ambizioni; l’ambizione, solo questo contava per lei. Elargiva onori e ricompense per godere dell’appoggio della corte, donava terre di stato con i relativi contadini , stringeva legami con la nobiltà e l’esercito. Tutto doveva essere funzionale ai suoi scopi.
Pregi e difetti
Caterina II era una donna molto istruita e fin da ragazzina venne educata alla cultura francese. Quando si trasferì in Russia iniziò a stringere rapporti epistolari con Diderot, D’Alambert e altri personaggi illustri dell’illuminismo le cui idee furono alla base delle sue riforme. Infatti, nel 1766, Caterina II scrisse una direttiva (nakas) per la nuova commissione legislativa che avrebbe dovuto codificare le leggi. La direttiva abbracciava ambiti diversi, dalla promozione dell’aumento delle nascite all’ abolizione della tortura ai prigionieri.
Il nakas avrebbe dovuto essere intriso di principi di ispirazione illuminista che si richiamavano chiaramente agli scritti di Montesque e di Beccaria, ma la direttiva non promise affatto tutti i cambiamenti annunciati. Il testo si limitò ad essere l’affermazione della propria autocrazia celata dietro una propaganda che piegava le idee illuministe alla realtà russa e agli interessi della sovrana. Caterina II infatti, sosteneva che solo l’autocrazia consentiva di tenere insieme un territorio enorme come quello russo; un’altra forma di governo era impensabile. La sovrana invece mantenne fede ai principi espressi nei Dei delitti e delle pene, condannando la pena capitale, la tortura e promuovendo idee legate alla prevenzione del crimine, di forte stampo occidentale e progressista.