Ha avuto luogo ieri il seminario organizzato dall’Ordine degli psicologi della Campania presso il Grand Hotel Oriente. Un incontro incentrato sul tema delle psicopatologie e la loro evoluzione eziologica, psicologica e sociologica, in un contesto socioeconomico in continuo cambiamento. L’obiettivo della giornata formativa è stato quello di presentare un approccio sistemico e multidimensionale rispetto all’insorgenza dei nuovi sintomi legati a manifestazioni psicotiche: dal gioco d’azzardo, all’alcolismo, dalle condotte anoressico-bulimico, alla sessualità promiscua sino a toccare la cronaca con i fenomeni imitativi nei suicidi adolescenziali. Il sintomo è l’espressione di un disagio, di un malessere che interessa il soggetto nella sua totalità. L’assunzione di un approccio alla salute e al benessere dell’individuo di tipo integrato diviene dunque necessario nella misura in cui analizza l’interazione dinamica tra fattori biologici e sociali. Partendo da questo quadro, è necessario che gli psicologi si interroghino e portino il loro contributo sulle modalità di intervento in caso di sintomi e manifestazioni di disagio diverse da quelle classiche- afferma Antonella Bozzaotra, presidente dell’Ordine. Come non bisogna sottovalutare l’influenza dell’ambiente: il sintomo – come tutti i comportamenti che esprimono disagio – emergono in contesti, e se il contesto cambia, cambiano anche le forme del disagio. Su questo dobbiamo riflettere come Ordine, per interrogarci sulle nuove sintomatologie e intervenire in maniera competente sui fenomeni di disagio emergente.
Il contesto influenza significativamente l’espressione del sintomo in quanto i cambiamenti che si verificano a livello di scelte politiche, economiche e sociali, hanno notevoli ripercussioni sulla salute psicofisica dei soggetti. Viviamo in una società molto più psicopatologica di un tempo- spiega Ornella Marini, psicologa, psicoterapeuta e docente di Psicodiagnostica. Un fenomeno che va spiegato con la mancata evoluzione della personalità dell’individuo. Viene meno cio’ che si definisce l’incontro creativo con la realtà, la personalità è cio’ che ci rende umani e ci distingue. Vivere in maniera creativa significa essere raggiungendo un’unità psicosomatica che è propria dell’individuo, del suo sentirsi riconosciuto in quanto soggettività all’interno di una realtà condivisa. Cos’è che lega l’uomo al bisogno immediato? Perché si attuano forme di soddisfacimento masochiste? Perché questa scarica pulsionale che non si soddisfa mai? Qualcosa viene collocato al posto dell’oggetto della pulsione, che di per sé è indifferente – fa notare Fulvio Sorge, psichiatra, psicoanalista e docente presso l’Istituto Freudiano – quello che conta è questa scarica che non trova soddisfazione nel rilancio verso un oggetto diverso , e si completa con un’acquisizione apparente e immaginaria dell’oggetto che satura momentaneamente la pulsione. . A volte la pulsione si esprime nel gioco d’azzardo o nell’uso improprio e cumulativo di sostanze, oppure nella dipendenza sessuale, definita dagli americani sexsual addiction (ipersessualità).
Gli atti compiuti in conseguenza di questi comportamenti possono portare ad un consumo verso il proprio corpo. Il corpo viene strumentalizzato, il voler essere accettati e riconosciuti dalla società ( influenza del contesto), spinge soprattutto gli adolescenti a sfogare a tavola nervosismi e insoddisfazioni, il cibo diviene un espediente per colmare un vuoto che si sperimenta. Una simile condotta alimentare rappresenta una strategia di coping non funzionale al proprio benessere fisico e mentale e può condurre a patologie del comportamento alimentare vere e proprie (anoressia e bulimia). Questo discorso non esclude le ludopatie. Sono quelle che maggiormente ci interessano- dichiara Bozzaotra– perché mettono in serio pericolo l’equilibrio di famiglie e coppie e perché il comportamento che viene prima della ludopatia ed è socialmente accettabile, come quello che viene prima dell’alcolismo. Quali sono i metodi utilizzati per diagnosticare i nuovi sintomi? Sicuramente i test proiettivi – risponde Marini – che consentono lo studio della personalità del mondo interno al soggetto – chiarisce Marini – considerando gli aspetti disfunzionali ma anche le risorse. L’approccio integrato prevede la presa in carico del singolo paziente e allo stesso tempo anche della famiglia, con un setting parallelo in cui la coppia di terapisti è continuamente in contatto sul caso.