Ci sono persone le cui esistenze, come gli anni, compensano gli errori e le malvagità che la gran parte degli uomini compiono a volte deliberatamente, a volte inconsapevolmente. É la teoria di Vite Bisestili il romanzo d’esordio di Enrico Inferrera, pubblicato da Edizioni Creativa. Un romanzo che sfugge ad ogni classificazione, in cui l’autore racconta una storia che si compone di diverse altre storie, è di grande attualità ma si immerge, talvolta nel passato proprio per meglio comprendere il presente, intervenendovi come un congegno a tempo che scoppia, del tutto imprevisto.
Raffinato ma con un linguaggio accessibile, ricco di colpi di scena ben costruiti, che sorprendono il lettore e lo tengono incollato alle pagine. Una vicenda d’azione che racconta una storia d’amore, perdono e redenzione. Una ricerca sulla vita e il suo senso, costruita sul filo sottile che separa la realtà, la difficoltà di interpretarla, la fatica di viverla e l’esigenza di destrutturarla attraverso la nostra immaginazione e la nostra spiritualità in cui, l’incontro con le ‘Vite bisestili’ aggiunge sacralità alle esperienze umane, togliendo drammaticità al processo attraverso il quale i protagonisti fanno pace con il loro passato, per vivere il presente e non temere il futuro.
Si può leggere seguendo tracce diverse, tracce che appaiono immediatamente visibili a chi legge ed altri segnali, appena accennati, che è necessario scovare, decifrare; come se fossero coperti da una lieve polvere da spazzolare con delicatezza per non danneggiarli, come si fa in Archeologia trasformando il lettore in protagonista, alle prese con i pezzi di un puzzle che pagina dopo pagina, quasi come se si animassero, trovano la loro giusta collocazione. Si può seguire il filo della storia, appassionarsi a ciò che accade, o è già accaduto e ritorna nel presente influenzandolo, per certi versi modificandolo. Un presente vissuto da Leonardo, in attesa dei suoi assassini, mentre racconta il passato.
Cardine di tutto, le donne. Mai in secondo piano, sempre protagoniste. Con le loro decisioni, la loro determinazione, i loro errori e le loro sagge attese, influenzano i destini di tutti.
Si può provare antipatia per Nadia appena conosciuta nella scena iniziale del bar, si possono non condividere le scelte di Nino che si rifugia in un piccolo centro rifiutandosi di combattere, si può biasimare Leonardo e quella sua aria cinica, si può essere affascinati da Carmela e dalla sua concretezza, ma tutto è destinato ad evolversi perché gli accadimenti presenti e passati trasformano l’idea che il lettore si è fatto dei personaggi.
Si possono amare i luoghi, mai nominati, eppure assolutamente ben identificabili, descritti in maniera soffusa ma puntuale, per lasciare il tempo di godersi lo spettacolo del mare, del porto, della città sommersa. Osservare i colori, godere dei profumi che provengono da punti diversi, immaginare il movimento delle persone condizionate da questi luoghi.