Conseguenza della crisi economica è l’emergenza debito delle famiglie stritolate dalle rate per gli acquisti effettuati con la moneta di plastica
Il livello di attenzione e il termometro stanno salendo sempre più. Poco tempo fa ci si preoccupava per l’impennata delle rate per via degli interessi schizzati alle stelle in tempo di crisi economicai. Adesso i tassi sono scesi ai minimi storici e le banche sono tornate ad elargire, ma le tranche di rimborso mensile dei debiti contratti sono calate. Le difficoltà per pagarle, invece che diminuire, sono aumentati. La percentuale di famiglie che non riesce a onorare i propri impegni è salita negli ultimi mesi al 2,7%. Non basta, la enorme crisi occupazionale prevista per quest’autunno rischia di rendere incandescente la situazione. C’è da dire che i debiti stessi hanno avuto una radicale metamorfosi: in passato si ricorreva al prestito solo per la casa e, al limite, per l’auto. Oggi a rate, oggi si compra di tutto: elettrodomestici, computer, mobili, beni durevoli e non, anche saervizi. Le banche, nell’era dei tassi bassi e della liquidità facile, hanno iniziato a finanziare i telefonini, gli abiti, l’abbonamento allo stadio, i viaggi. Nei portafogli delle famigle la carta moneta è stata sostituita da tessere d’ogni tipo: carte di debito, di credito, revolving. Oggi paghiamo un conto salatissimo a questa plastificazione e spersonalizzazione dei pagamenti; ormai i debiti sono il 58% del reddito, Negli ultimi anni sono state infilati nelle tasche dei risparmiatori, con battage enormi e costosi, strumenti di credito con tassi che arrivano fino al 20%, praticamente alle porte del tasso di usura. A fare un’analisi accurata ci si imbatte in persone che si presentano con sulle spalle una decina di prestiti personali e 4 o 5 carte di debito differenti. Famiglie con 1.200/1.300 euro di stipendio al mese. Come si fa a pagare? Guardando a questi pochi dati è inutile che continuiamo a ripetere che l’Italia è il paese meno indebitato d’Europa. L’Assofin, l’associazione delle finanziarie del credito al consumo, naturalmente minimizza tutto riportandolo nell’alveo delle crisi cicliche. I dati, non acaso invece, ci dicono anche che le regioni più in difficoltà sul rimborso delle rate sono Campania, Calabria, Lazio e Puglia. Le Regioni e molti enti pubblici hanno già messo assieme interventi di sostegno per chi è in difficoltà . Arriva quindi una mini cascata di soldini pubblici; solo misure tampone perchè come ammette anche la Banca d’Italia, a tappare il buco ci penserà il cosiddetto welfare familiare. A onorare i debiti scaduti dalle nuove generazioni, quelle orfane del posto fisso per capirci, saranno i soldi risparmiati da quelle precedenti che il lavoro l’hanno avuto garantito. Alla fine, perciò, in quest’Italia che deve essere ottimista, perchè la crisi, come dice il premier, è solo una questione psicologica pagnao sempre o «Papà » o «Pantalone».Chi avrà ragione, poi ?