È stato uno dei più grandi attori italiani, ed uno dei più intelligenti uomini di cultura del nostro Paese. Uno spirito avventuroso di intellettuale e di guru, sempre curioso, controcorrente, entusiasta. Un artista di una modernità perseguita con caparbia intransigenza, la cui immaginazione è l’espressione di un’eterna giovinezza d’animo. La dimostrazione pratica di quel che disse Picasso in merito all’età: “Occorrono molti anni per diventare giovani.”
Giorgio Albertazzi è protagonista e narratore del reportage in cui ripercorre in prima persona la sua incredibile vita artistica e privata. “Giorgio Albertazzi. Vita, morte e miracoli” è, per dirla con le parole del Maestro, un susseguirsi, che apparirà casuale senza esserlo, di eventi che si accavallano come la vita e danno luogo ad una performance non di uno che si racconta, ma di uno che racconta ciò che non sa di sé e del mondo, della poesia e del tempo che passa oggi e ieri, del guadagno e della perdita, con leggerezza nel senso calviniano, “leggero è l’uccello che vola e non la piuma che cade”.
Una testimonianza esclusiva, personale, arricchita da contributi inediti del repertorio personale.
Non un semplice ritratto di Albertazzi, piuttosto un viaggio nel tempo, quasi un secolo, e nello spazio, di chi crede nella poesia, nell’arte del teatro come esaltazione dell’oralità rispetto alla scrittura, nella bellezza.
A far da cornice al racconto sono i luoghi della sua vita fra Maremma, Firenze e Roma e le testimonianze di amici e colleghi come Oliviero Beha, Dario Fo, Maurizio Scaparro, Massimo Ranieri, Mariangela D’abbraccio, Elisabetta Pozzi, Amii Stewart, Michele de Ruvo e Stefania Masala, la sua assistente artistica.