Un furgone si aggira per la Francia. È quello di uno degli street artist più famosi del mondo: JR. E cosa porta per le campagne francesi? Una enorme macchina fotografica e… una stella della Nouvelle Vague. O, se preferite, la prima regista donna a ricevere l’Oscar alla carriera (nell’intera storia dell’Academy). Comunque, è sempre lei: Agnès Varda.
Un incontro impensabile, sulla carta, quello tra un artista di 34 anni e una colonna del cinema mondiale che a maggio ne compirà 90: un incontro inedito tra due artisti che non si conoscevano, ma che amavano reciprocamente le loro creazioni.
“Non ci siamo conosciuti per strada. Non ci siamo conosciuti alla fermata dell’autobus. Non ci siamo conosciuti al panificio o in discoteca. Sono stato io a cercare lei”, racconta JR. Così inizia l’avventura di Visages, Villages, il film nato dall’incontro tra Agnès Varda e JR, un road-movie del tutto particolare, un viaggio tra visi e villaggi (appunto), alla ricerca di persone autentiche e di luoghi la cui poesia dimenticata sta nei dettagli.
Accolto trionfalmente al Festival di Cannes, candidato all’Oscar come miglior documentario (ma, in attesa del verdetto di Los Angeles del 4 marzo, possiamo già festeggiare l’Oscar alla carriera ricevuto a novembre da Agnès Varda), Visages, Villages arriva dal 15 marzo nelle sale italiane, distribuito dalla Cineteca di Bologna, da tempo impegnata con il suo laboratorio L’Immagine Ritrovata nel restauro dei film di Agnès Varda, a partire proprio dal suo esordio, nel 1955, La Pointe courte.
JR, “ritrattista” contemporaneo che lavora su pareti grandi, a volte immense, è sempre alla ricerca di volti, e questa volta lo fa attraversando alcuni splendidi paesaggi francesi, raggiungendo luoghi oggi, nell’epoca dell’urbanizzazione estrema, sempre più remoti.
Ma Visage, Villages non è un dietro le quinte che svela il lavoro di JR: perché ad accompagnarlo c’è Agnès Varda, grazie alla quale l’arte di JR si trasforma in un film, un racconto per immagini, nel quale il processo creativo di JR diventa un esercizio maieutico per tirar fuori voce e pensieri delle persone incontrate lungo il viaggio.
“Occhi e sguardo sono importanti nel tuo lavoro”, ha detto Agnès Varda rivolta a JR. “E sono importanti nel film. Tu ci vedi molto bene, a compensare la mia vista sfocata, e paradossalmente i tuoi occhi sono sempre nascosti dietro un paio di occhiali neri. Ci sorprendiamo a vicenda. Spero che sorprenderemo soprattutto gli spettatori, con il nostro rapporto e con le incredibili testimonianze che abbiamo raccolto. Ci sono parole che non dimenticherò mai”.