I ricercatori del Centro ospedaliero universitario svizzero (CHUV), in collaborazione con la Martinica ha compiuto un importante passo avanti nella comprensione di Zika. Il virus tende a scomparire dal liquido amniotico, rendendo così più difficile la sua identificazione secondo i risultati di uno studio pubblicato dalla rivista Lancet ID.
La ricerca è stata condotta da una équipe del professore David Baud, capo del servizio di ostetricia del CHUV svizzero e dalla dottoressa Manon Vouga sulle donne incinte in Martinica, dall’inizio dell’epidemia nel 2016 che sono sottoposte a controlli regolari.
“A dipendenza dal momento in cui è effettuata l’amniocentesi non si vede il virus, perché quest’ultimo si nasconde nel cervello del bebè“, spiega il ricercatore svizzero. Soltanto le malformazioni cerebrali segnalano la presenza del virus.
Attualmente non esite un vaccino contro Zika e la maggior parte delle persone colpite dal virus si trovano in Brasile e Colombia dove sono stati registrati casi di microcefalia, grave malformazione pre parto.
Per evitare sorprese si raccomanda alle coppie che vogliono procreare di evitare viaggi nei Caraibi o nelle altre zone tropicali. Alle donne che intendono concepire viene consigliato di aspettare almeno sei mesi se si sono recate in paesi a rischio.