Contrastare la violenza domestica sulle donne significa anche dare la possibilità a chi l’ha vissuta sulla propria pelle di cominciare una vita nuova. E’ questo il senso di alcune misure varate in questi anni e che dal 2024 sono diventate strutturali. Parliamo del reddito di libertà e delle agevolazioni fiscali riconosciute a quanti assumono donne che stanno cercando di uscire dal tunnel della violenza.
Violenza domestica sulle donne: il reddito di libertà
Il reddito di libertà è una misura introdotta con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 17 dicembre 2020 rivolta a donne vittima di violenza domestica senza figli o con figli minori. Possono accedervi le donne che, nel loro percorso di uscita dalla violenza, sono seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle Regioni e dai servizi sociali. La misura è rivolta a donne:
- cittadine italiane
- cittadine comunitarie
- cittadine di Stati extracomunitari purché siano in possesso di regolare permesso di soggiorno
- straniere aventi status di rifugiate politiche o di protezione sussidiaria
Riacquisire l’autonomia personale
La misura consiste nella corresponsione di un contributo della misura massima di 400 euro per 12 mensilità. Viene riconosciuto in un’unica soluzione. E’ finalizzato, come si legge sul portale dell’Inps, a sostenere prioritariamente le spese per assicurare l’autonomia abitativa e la riacquisizione dell’autonomia personale, nonché il percorso scolastico e formativo dei figli o delle figlie minori.
La misura è compatibile con altre misure di sostegno al reddito quali il reddito di inclusione, la Cassa Integrazione Guadagni, NASpI.
Le donne che vogliono fare richiesta del contributo devono compilare l’apposito modulo disponibile sul sito dell’Inps e presentarlo in prima persona o attraverso un delegato o un rappresentante legale. La domanda va presentata al Comune di residenza. Al momento della presentazione, il dipendente comunale è tenuto a inserire la domanda accedendo al servizio online di inoltro presente sul sito dell’Inps.
Le novità del 2024
Il 2024 registra ulteriori novità sul fronte del contrasto alla violenza domestica. Il reddito di liberà diventa strutturale grazie all’integrazione del Fondo per il Reddito di libertà per le donne vittime di violenza di ulteriori 10 milioni di euro l’anno per il triennio 2024-2026, e di 6 milioni per il 2027. A partire da quest’anno, in più, scatta una seconda misura: l’esonero contributivo totale per i datori di lavoro che assumono donne percettrici di Reddito di libertà.
I datori di lavoro non dovranno versare i contributi previdenziali per la dipendente che ne sarà anch’essa esonerata nella misura del 100%, con l’esclusione dei premi e dei contributi Inail, entro un limite di 8.000 euro l’anno. L’esonero è così stabilito:
- 24 mesi in caso di contratto a tempo indeterminato
- per contratti a tempo determinato l’esonero segue la durata del contratto non oltre i 12 mesi
- nel caso in cui un contratto a tempo sia trasformato in un contratto a tempo indeterminato, l’esonero dura per 18 mesi dall’assunzione a tempo determinato
L’esonero è previsto anche in caso di lavoro part-time, assunzioni in cooperative e per i contratti di somministrazione. Al momento, non sono ancora disponibili le modalità per presentare la richiesta.
In copertina foto di Grégory ROOSE da Pixabay