Lo scorso 30 marzo al primo ministro dell’Ungheria Viktor Orban sono stati riconosciuti pieni poteri sulla gestione dell’emergenza legata al Coronavirus. Questo vuol dire che avrà poteri eccezionali, potrà chiudere il Parlamento e sarà lui a decretare la fine dell’emergenza quando lo riterrà opportuno. Chiunque diffonderà fake news, come anche critiche sulla gestione dell’emergenza sanitaria, potrà essere condannato fino a cinque anni di reclusione. Quest’ultima disposizione, che sembra somigliare di più a un colpo di stato, è solo l’ultimo atto di un percorso politico che parte da lontano.
Chi è il primo ministro dell’Ungheria Orban
Viktor Orban entra per la prima volta nel parlamento ungherese nel 1990 a capo del partito Fidesz, acronimo di Alleanza di Giovani Deomocratici. È un partito di dichiarato stampo anticomunista ma al tempo stesso progressista, da lui stesso fondato in gioventù, e fa aspra opposizione al primo ministro Jozsef Antall. Poi avviene la svolta. Il Fidesz si trasforma in una forza di centrodestra e Orban diventa di fatto il naturale erede politico di colui che in principio aveva criticato. Nel 1998 diventa capo del governo per la prima volta. Inizia un percorso di statalizzazione e accentramento di poteri mentre la sua politica economica mira a risollevare le sorti del Paese entrato in crisi dopo il crollo del regime comunista.
La carriera politica di Orban
Nel 2018 Orban vince nuovamente le elezioni conquistando il suo terzo mandato consecutivo. Un successo che gli consente di portare avanti il suo progetto di democrazia illiberale, ispirato alle politiche di Erdogan e Putin, con nuove significative leggi.
- Ong e migranti. Dopo un mese dall’ultimo successo elettorale, l’Ungheria, forte della maggioranza assoluta detenuta dal Fidesz, approva la legge che condanna penalmente le ong, ma anche i singoli cittadini, che prestano aiuto a coloro che non hanno i requisiti per richiedere asilo in Ungheria.
- Lavoro. Nel dicembre dello stesso anno il Parlamento approva la legge che porta a 400 le ore di straordinario ritenute legali. Nonostante sia stata pubblicizzata come una legge che sarebbe andata a favore sia delle imprese nel trovare manodopera, sia dei lavoratori che in questo modo avrebbero potuto guadagnare di più, è stata ben presto ribattezzata la “legge schiavitù” e ha provocato un’ondata di proteste nel Paese.
- Famiglia. Nel febbraio 2019 il primo ministro ungherese annuncia il nuovo pacchetto di misure per l’anno da poco iniziato: sconti fiscali alle donne con almeno quattro figli, agevolazioni per mutui e acquisto auto alle famiglie.
- Cultura. Nel dicembre 2019 viene approvata la legge che rimette al premier il potere di scegliere i direttori dei teatri del Paese e costituisce un consiglio statale per la cultura al fine di dirigerla secondo le direttive nazionali.
L’opinione dell’Europa sulla situazione ungherese
Il cammino intrapreso dal primo ministro Orban è chiaro come è chiaro che aver preso a pretesto l’emergenza Coronavirus per accentrare nelle proprie mani i pieni poteri porterà l’Ungheria verso una nuova dittatura. L’Unione Europea, che ha seguito questa escalation sovranista, vive un certo imbarazzo. Ha prontamente inviato messaggi che invitano alla moderazione. Anche 13 Paesi europei si sono detti molto preoccupati dalla situazione politica in Ungheria.