Sarà presentato domani il libro “Vigneto Castelvenere – vite, vini e vini” (386 pagine) di Pasquale Carlo. L’appuntamento è fissato a Castelvenere, nella cornice del teatro comunale all’aperto del centro storico.
L’appuntamento si aprirà con i saluti del sindaco castelvenerese, Mario Scetta. All’incontro, che sarà moderato dalla giornalista Federica De Vizia, è prevista la partecipazione di Libero Rillo (presidente Sannio Consorzio Tutela Vini), Salvatore Falato (presidente Strada dei vini Terre dei Sanniti), Mariagrazia de Luca (delegata Ais Benevento), Michele Selvaggio (Istituto Storico Sannio Telesino) e Franco Buononato (Il Mattino – Benevento). Le letture di alcuni brani del libro, curata da Antonello Santagata (scrittore e presidente di Biblos), si alterneranno con gli interventi di Nicola Matarazzo (direttore Sannio Consorzio Tutela Vini), Filippo Liverini (presidente Confindustria di Benevento) e Roberto Di Meo (presidente Assoenologi Campania).
Il libro raccoglie 49 raccontiche ripercorrono le vicende di pioneristici agricoltori che, tra immani fatiche e grandi soddisfazioni, diedero il via allo sviluppo economico e sociale di Castelvenere, paese profondamente legato alla coltura della vite. Attraverso il «Vigneto Castelvenere» si traccia la nascita della viticoltura moderna nel Sannio, innescatasi a partire dall’immediato periodo post-unitario. Una grande rivoluzione stimolata anche da fattori esterni: per la prima volta vengono mappati l’arrivo e la diffusione in terra sannita dei tre flagelli che misero seriamente a rischio la vite nell’intero continente europeo – l’oidio, la peronospora e la fillossera – e la cui lotta generò una profonda trasformazione, dando vita ad un’agricoltura specializzata.
La prima parte del libro è dedicata alle importanti azioni messe in campo dai Comizi agrari sanniti nella seconda metà dell’Ottocento, che preparano al rivoluzionario lavoro compiuto da valenti agronomi che giunsero alla guida della Cattedra ambulante per l’agricoltura di Benevento, l’istituzione attivata nel 1904 e che, fino al 1935, rappresentò l’epicentro dell’onda innovativa che attraversò il «vigneto Sannio».
Una ricostruzione che, partendo dalle prime partecipazioni sannite alle fiere internazionali, focalizza l’attenzione sulla prima mostra dei vini, degli olii e dei formaggi del comprensorio titernino, organizzata a Cerreto Sannita nel 1887, e sulla prima esposizione enologica – olearia provinciale che si tenne a Benevento nella primavera del 1911. Fino a ricostruire le presenze castelveneresi alle più importanti mostre-concorso organizzate in Italia e all’estero: dalla Mostra del Levante di Bari alla prime Esposizione dei vini tipici di Siena del 1933, evento che diede il via alle attività dell’Enoteca Italiana.
Scorrono in passerella anche dettagliate storie che fotografano la rivoluzione delle tecniche di lavorazione in cantina, con importanti documentazioni sulle prime produzioni di vini di qualità a le pioneristiche pratiche di spumantizzazione che videro impegnati, all’alba del Novecento, abili produttori titernini.
L’ultima parte dell’opera descrive, con dovizia di particolari e precisione delle fonti, l’evoluzione dei vitigni coltivati in territorio castelvenerese e sannita. Per la prima volta vengono disegnati i percorsi dei diversi vitigni storici, illustrate le rotte compiute in terra sannita dai più blasonati vitigni nazionali, raccontando anche delle sperimentali coltivazioni di varietà internazionali attuate sul finire del XIX secolo. Uno dei racconti è interamente dedicato alla storia del “barbera del Sannio”: attraverso una meticolosa ricerca si traccia, in modo esaustivo, il percorso compiuto tra le campagne sannite dall’omonimo vitigno di origini piemontese, fino a risalire al momento preciso in cui prende corpo la confusione che vede due vitigni, distinti e diversi, accomunati dallo stesso nome.
Un lavoro svolto con passione, dalla straordinaria valenza storica e sociale, arricchito da fotografie e documenti che testimoniano il grande ruolo assunto dalla viticoltura sannita a partire dalla fine dell’Ottocento.