La mostra personale di Barbara Pellizzari “Vietnam mon amour”, accolta dalla Galleria Francesco Zanuso di Milano presenta, dal 4 al 26 novembre, una selezione di lavori realizzati a lacca tra cui molti inediti, creati dall’artista tra il 2015 e il 2020.
Pervase da un luminoso cromatismo, nelle opere esposte emerge l’influenza di Paesi e culture diversi, legata all’esperienza cosmopolita di Barbara Pellizzari, che ha vissuto per quasi vent’anni nel continente asiatico e tre anni in Vietnam. Questo luogo, particolarmente caro – come si evince dal titolo della mostra – le ha permesso di apprendere e perfezionare la tecnica della laccatura, caratterizzata da una lavorazione complessa e delicata che l’artista esegue magistralmente nelle sue varie fasi.
Le Lacche del 2015 si contraddistinguono per la commistione tra forme astratte ed elementi figurativi, sassi dipinti a mano vengono talvolta sovrapposti a sfondi monocromi a ricordare i muri vietnamiti mentre uno stile più astratto emerge nella serie Orizzonti del 2017, che evoca paesaggi marini, cieli e tramonti. Di matrice astratta sono anche le lacche dal titolo Impressione, del 2019, dove il colore è protagonista assoluto; qui le diverse tonalità affiancate tra loro si compenetrano o si esaltano a vicenda e lasciano affiorare segni e tracce degli strati sottostanti.
Tutti i lavori sono accomunati dalla sensazione diffusa di armonia e serenità, che si ritrova anche nelle opere più recenti, inedite, realizzate nel corso del 2020, nelle quali ritorna il legame con la natura, come si osserva nel ciclo Australia dalle tinte brunite, che rimandano alle terre rosse del grande continente o nella delicatezza dei dettagli delle opere a soggetto floreale Fiori e ancora nella quiete del paesaggio alberato in Pianura.
I lavori esposti, tutti realizzati su pannelli di masonite, che talvolta l’artista cosparge con gusci d’uovo, nascono dall’attenta stratificazione di resina pura alternata a una miscela di resina, foglie d’argento o d’oro e pigmenti colorati. In una ricercata e continua operazione di sottrazione e addizione, che caratterizza questa peculiare fase creativa, l’artista lava e scartavetra la superficie facendo riemergere elementi dagli strati sottostanti e aggiunge, nei punti desiderati, nuovo colore, metalli e resina. Interviene infine con l’inserimento di elementi dipinti ad olio; il risultato è una superficie setosa, che invita il visitatore alla scoperta della dimensione tattile dell’opera.