Il post pandemia sarà teatro di un vero e proprio boom del mercato globale dei viaggi online: secondo Statista infatti entro il 2025 sfiorerà il raddoppio del proprio valore, passando da 432 a 833 miliardi di dollari. Segnale positivo anche per quello europeo, proiettato a raggiungere i 324 miliardi di euro entro il 2023. Per gli esperti di Data Integration come Stefano Musso, CEO di Primeur, occorre continuare a puntare sull’integrazione dei dati per migliorare i servizi e l’esperienza cliente, nonché processi operativi e decisionali interni.
Il tema della digitalizzazione è diventato sempre più incessante nel corso degli ultimi anni, interessando nello specifico il mercato dei viaggi online. Prenotazione di strutture alberghiere e voli aerei, noleggio di macchine, tutto è diventato a portata di un click attraverso la gestione di una mole sempre più enorme di dati. Basti pensare che, secondo quanto riportato recentemente da Statista, se nel 2020 il mercato globale dei viaggi online valeva circa 432 miliardi di dollari, in soli 5 anni entro il 2025 toccherà quota 833 miliardi di valore, con un aumento stimato del 93%. Un trend dirompente che sta incidendo sempre di più sulle scelte, le strategie e sugli investimenti dei maggiori player del settore turistico: sempre secondo lo stesso ente, il 65% del fatturato globale dell’intero settore deriva da operazioni e transazioni sui canali online. Un settore in forte crescita che, secondo un’indagine americana di Research And Marketsavrà come protagonista come mercato più redditizio quello asiatico, con un tasso di crescita del 6,9%, seguito da quello africano (5,4%) e da quello mediorientale e nordamericano, che prevedono un aumento rispettivamente del 4,3% e 4,1%. Segnali positivi anche per quello europeo che, stando a quanto pubblicato su PhocusWire, raggiungerà i 324 miliardi di euro entro il 2023. Ma non è tutto, perché oltre la metà della prenotazione dei viaggi da parte degli europei è stata effettuata online nel pre-pandemia e le piattaforme del settore cresceranno del 5% nei prossimi anni. Una chiara testimonianza di come la Data Integration rappresenti uno strumento indispensabile per migliorare i servizi e l’esperienza del cliente oltre che i processi operativi e decisionali interni, aumentando il margine competitivo soprattutto per quanto concerne i viaggi online.
L’importanza della Data Integration è dimostrata anche da eccellenze tecnologiche italiane apprezzate in tutto il mondo come Primeur, multinazionale specializzata nell’integrazione di dati da oltre 30 anni. “Le piattaforme del settore dei viaggi online rappresentano oramai un ecosistema intricato, fatto da molte connessioni con servizi add-on esterni, come possono essere la prenotazione di soggiorni completi di volo, pernottamenti, auto e acquisto di servizi ed esperienze in loco. Queste piattaforme si trovano quindi a “dialogare” con una miriade di sistemi diversi, con funzionalità e linguaggi diversi, ma devono riuscire a fornire una user experience unica. Tutto il movimento dei dati tra un applicativo e l’altro, fino ad arrivare alla gestione dei pagamenti, deve avvenire «dietro lo quinte» dell’esperienza di chi naviga e prenota: automatizzare e rendere sicure le operazioni è fondamentale, soprattutto quando vi è una forte mole di dati e informazioni sensibili. Anche a questo serve la Data Integration, a far viaggiare questi dati tra i diversi sistemi di gestione, prenotazione, pagamento, in totale sicurezza, al momento corretto e nel formato corretto – ha spiegato Stefano Musso, CEO di Primeur – L’unico modo per poter ottenere grandi risultati attraverso un sistema sostenibile nel tempo è adottare una strategia di integrazione dati flessibile e supportata da un software specifico. Il tutto chiaramente deve poi rispettare le norma GDPR e quindi tracciabilità, masking e controllo immediato su tutti i dati personali. Di questo ci occupiamo in Italia e nel mondo da oltre 30 anni, lavorando con le più importanti aziende Fortune 500. Una grande soddisfazione per un’azienda italiana che spesso viene preferita ai giganti della Silicon Valley”.
L’utilizzo di Big Data per aiutare le compagnie di viaggi online a migliorare i propri servizi e processi è un metodo condiviso da una ricerca pubblicata su Analytics Insight secondo cui il 60% di chi visita un sito web tende a non farci ritorno. Ottimizzare la gestione dei dati aiuta dunque a fidelizzare il consumatore. E ancora, secondo un’indagine di StratosJets, circa 700 milioni di persone effettueranno delle prenotazioni online entro il 2023 e l’83% degli adulti americani preferisce il web alle agenzie di viaggio tradizionali. Ma non è tutto, perché ogni anno si stimano oltre 148 milioni di prenotazioni e il 70% dei consumatori vuole effettuare le proprie ricerche utilizzano gli smartphone. Secondo gli esperti, infatti, una migliore integrazione dei dati, inoltre, aiuterebbe a migliorare le esperienze online dei consumatori: il 99%, infatti, vorrebbe poter navigare attraverso delle ricerche personalizzate.