“Vi raccontiamo la psicologia” è l’ultimo libro di Luisa Fossati e Matteo Marini.
La dott.ssa Luisa Fossati è psicologa del lavoro e psicoterapeuta, laureata in psicologia del lavoro nel 2006 con una tesi in teoria e tecniche dei test.
Per dieci anni ha lavorato nella divisione ricerca e sviluppo delle principali case editrici europee, che si occupano di sviluppo test, nel frattempo ha iniziato a fare esperienza come consulente aziendale e a formarsi come psicoterapeuta.
Ad oggi è autrice di diversi test psicologici, il suo studio è a Firenze dove si occupa di psicoterapia, inoltre in ambito aziendale si occupa di rilevazione e potenziamento delle competenze manageriali.
Autrice insieme al marito il dott. Matteo Marini del libro “Vi raccontiamo la psicologia”, in questo testo ci racconta i fondamentali sulla materia. Una sorta di vademecum imperdibile, per aiutarci a leggersi dentro.
Dott.ssa Fossati come è nata l’idea di scrivere il libro “Vi raccontiamo la psicologia”?
Nasce da una duplice idea mia e di mio marito, il dott. Matteo Marini coautore del libro.
Un po’ ci rendevamo conto di quanto il nostro commercialista ci rimproverasse spesso per non saperne abbastanza di contabilità, il nostro avvocato per non saperne abbastanza di diritto; il nostro tecnico informatico per non saperne abbastanza di informatica. Così ci siamo detti: “ma non sarebbe utile se anche gli altri ne sapessero di più di psicologia?”. Inoltre, durante il primo lockdown ci siamo resi conto di quanto i livelli di malessere fossero aumentati.
Erano tante le persone, nostre pazienti e non, che ci chiedevano di aiutare a comprendere meglio il loro malessere. Così abbiamo pensato a un manualetto divulgativo che con toni leggeri e un linguaggio semplice potesse dare alle persone qualche strumento per comprendersi meglio.
Quali sono le basi del testo e cosa si può aspettare di trovarci all’interno il lettore?
Siamo partiti dal Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali – 5 (DSM 5) selezionando i disturbi che ci sembravano caratterizzare maggiormente la popolazione in questo periodo storico.
Tuttavia, per aiutare le persone a comprendere meglio alcuni disturbi, abbiamo dedicato la prima parte alla spiegazione di alcuni concetti chiave utili per comprendere diversi aspetti del malessere. Abbiamo così parlato, ad esempio, di emozioni rifacendoci alle basi della Terapia Focalizzata sulle Emozioni e al modello di Intelligenza Emotiva di Salovey e Mayer; abbiamo parlato di trauma riferendoci al modello Adaptive Information Processing (AIP).
Nella prima parte si parla quindi nei pilastri del benessere psicologico e di come si generi il malessere; nella seconda parte si entra nello specifico di ciascun disturbo.
Dott.ssa quali sono i falsi miti della psicologia ?
Ce ne sono tanti ma noi ne abbiamo selezionati alcuni tra quelli che incontriamo maggiormente. Ci sono molti falsi miti su cosa sia l’ipnosi, su come funzioni la terapia Eye Movement Desensitization and Reprocessing. Molti falsi miti riguardano i sogni e vedono lo psicologo come un “interprete di sogni” in modo quasi mistico.
C’è poi molta confusione fra ambiti di azione dello psicologo, dello psicoterapeuta e dello psichiatra. Nel libro cerchiamo di chiarire anche questi dubbi per dare modo alle persone di capire quale tipo di professionista faccia maggiormente al caso loro.
Per sfatare i miti della psicologia abbiamo chiesto il contributo a numerosi esperti di settori specifici (sogni, EMDR, psichiatri, ipnosi, esperti di deontologia della professione psicologica) che con grande spirito di collaborazione ci hanno aiutato con i loro preziosi contributi.
Nell’incipit di ogni capitolo ritroviamo il testo di una canzone, come è nata l’idea di inserirli e soprattutto in base a quale criterio le avete selezionate?
Abbiamo pensato che i testi delle canzoni fossero un canale molto intuitivo per dare subito l’idea alle persone di ciò di cui volevamo parlare. La musica è una forma di espressività che tocca molto le corde emotive delle persone, forse meglio delle parole in alcuni casi. Così abbiamo pensato che il lettore si sarebbe sentito più coinvolto e accolto nei diversi capitoli. Matteo e io amiamo moltissimo la musica rock e infatti non mancano i riferimenti a gruppi che afferiscono a questo genere.
Questo libro contiene all’interno molti degli stati di malessere dell’animo umano , in base a quale criterio li avete selezionati ?
Abbiamo messo a fuoco le richieste che ci sono pervenute maggiormente, dalle persone in questi mesi ascoltando anche l’esperienza dei colleghi a riguardo. I disturbi psicologici sono moltissimi, ma se li avessimo trattati tutti avremmo dovuto scrivere un librone che sarebbe stato troppo lungo e pesante; quindi, poco utile. Scegliere quei disturbi che ci sembravano più frequenti sulla base dell’esperienza nostra e dei nostri colleghi, abbiamo pensato che potesse essere un buon criterio di selezione.
Quali sono gli stati di malessere che trattate più frequentemente con i vostri pazienti in questo particolare momento storico ?
L’ansia…bhe non che prima della pandemia non ci fossero già numerosi problemi di ansia anche profondi; tuttavia l’aumento dei livelli di stress e di incertezza ha acuito tali malesseri.
Abbiamo incontrato molti casi di attacchi di panico, di ansia generalizzata che rende difficile il riposo notturno. La paura del futuro e di quello che potrebbe succedere a sé o ai propri cari o al proprio lavoro sembra decisamente cresciuta. Abbiamo osservato anche una crescente paura delle malattie e paura della morte.
Ci sono pervenuti anche casi di depressione, magari scatenati da lutti e perdite del lavoro. Anche le dipendenze sono aspetti che si manifestano sempre di più. Personalmente ricevo sempre più telefonate di persone che sentono di essere coinvolte in una dinamica di dipendenza affettiva; mio marito riceve chiamate di persone che lamentano dipendenza da internet o da sostanze.
Né io né Matteo ci occupiamo di disturbi del comportamento alimentare ma i nostri colleghi che se ne occupano hanno rilevato un incremento in questo senso.
Quali sono state le conseguenze psicologiche scaturite dal periodo Covid ?
Moltissime e ce le porteremo dietro per molto tempo secondo me. Per qualcuno la pandemia ha riaperto vecchie ferite; chi ha già vissuto la terapia intensiva o la pura del contagio, i sintomi di stress e malessere potrebbero protrarsi a lungo se non trattati. Stiamo osservando anche dei casi di disturbo post-traumatico da stress in chi ha subito o assistito a dei lutti. Anche molte coppie hanno risentito negativamente di questo periodo; in particolar modo quelle già in crisi o che si reggevano su un equilibrio precario.
I disturbi di ansia ci accompagneranno a lungo. Molte persone hanno perso il lavoro, altre si sono ritrovate a lavorare in smart working, pur non desiderandolo affatto. Qualcuno non ha potuto salutare un amico o un parente deceduto, questo può lasciare spazio anche a molti lutti non elaborati.
Ci sono state anche delle conseguenze positive; la crisi non sempre ha effetti nefasti. C’è chi ha rafforzato il rapporto di coppia, chi stando a casa si è reso conto di quanto avesse bisogno di dare più spazio alla vita familiare. Qualcuno si è reso conto che il lavoro che faceva non gli piaceva affatto e ha vissuto il periodo della pandemia come una fase da dedicare alla messa a punto di nuovi progetti. Qualcuno, come Matteo e me, ha scritto un libro felice di averlo fatto e scoprendo la passione per la divulgazione.