La ventunesima giornata di Serie A ha visto non solo l’affermazione del Napoli in quel di La Spezia con un perentorio 3 a 0 ma anche la vittoria nel derby della madonnina da parte dell’Inter contro un Milan ormai in aperta crisi di gioco e risultati.
Ventunesima giornata di Serie A: uno spezzatino poco gradito
Oramai le esigenze televisive e pubblicitarie non hanno nessun rivale. Maltempo, neve, pioggia o sole cocente a 40 gradi: nulla può fermare il campionato perché “THE SHOW MUST GO ON” (per i non anglofoni: lo spettacolo deve andare avanti,). In Spezia – Napoli tale legge ha vinto sugli insegnamenti e i propositi del buon Pierre de Coubertin.
Tanto è vero che tra insulti razzisti a gogo ed altri indirizzati alla memoria del più grande calciatore mai esistito (non ce ne voglia O Rey, Pelé) incitando alla sua morte hanno svilito e mortificato il popolo ligure. Un popolo che Spalletti ben conosce avendo li giocato, preso moglie ed avuto la nascita di due dei tre figli. Cosa possiamo farci, però, se chi può e deve decidere di punire questa ignominia degli insulti ai meridionali ed in particolare ai Napoletani non fa praticamente nulla per porvi un rimedio definitivo? La logica conseguenza è una sola: anche il pianeta calcio sarà destinato all’estinzione.
Tornado a parlare di calcio giocato
Ritorniamo ai fatti della pelota possiamo dire che questa giornata di campionato ha messo in chiaro una cosa: le residue speranze di rimonta nella lotta scudetto sono tutte concentrate sulla benamata nerazzurra milanese che volendo o nolente deve vestire i panni dell’inseguitrice a ben 13 punti di distanza. Le romane , l’Atalanta ed il Milan devono giocarsi i restanti posti per la Champions League.
Intanto la partita di ieri del Napoli ha detto altre due cose importanti: Oshimen è il capocannoniere del campionato con 16 gol confermando i record dei numeri dell’attacco azzurro che in 21 partite ha segnato 56 goal. Numeri da capogiro che catapultano la formazione azzurra tra le migliori da quando il campionato ha i tre punti per la vittoria. Non vale la pena ricordare ancora una volta come quest’estate dopo le partenze di calibri da 90 come Mertens, Insigne, Koulibaly e Ospina tutti e dico tutti davano il Napoli in terza fascia cioè a stento sarebbe arrivato al quarto posto per la Champions. Quindi, almeno per il momento, chapeau a Giuntoli e De Laurentiis. A proposito, gli A16 che fine hanno fatto?
Pagelle azzurre
Sulla gara oltre ad Oshimen (che offre una grande lezione di civiltà ai tanti beoti presenti allo stadio Picco di La Spezia andandosi a scusare con la ragazza colpita in modo occasionale nel riscaldamento) e del mago Kvara, possiamo dire che non c’è stata una sola sbavatura. Tutti hanno fatto il loro dovere e forse anche di più (vedi il terzo goal).
Quindi un bel 7 a tutti con un 8 per i due goleador e Lobotka, una prestazione da fine regista, visto il suo impegno messo contro una squadra che voleva (come al solito) fare la partita della vita ma non sempre si può vincere senza fare un tiro in porta come lo scorso anno e quindi ne prende solamente tre e può dirsi ampiamente soddisfatta di non essere stata più pesantemente punita.
Ultima considerazione. Alcuni opinionisti hanno detto che il Napoli ha vinto per errori dello Spezia. Proprio questo ragionamento ci fa capire quelle che sono le riserve mentali che albergano nelle teste di molteplici e novelli italioti pallonari.
A Spallettone che dire? Vai avanti cosi con un bel 9 più che meritato. Altri risultati che fanno pensare di questa giornata sono la sconfitta della Fiorentina al Franchi (in casa) ad opera dei Felsinei del Bologna ed il pareggio Laziale con i discendenti di Giulietta, il Verona. Ci si prepara per la Champions, quindi, tenendo d’occhio il campionato.
Ad Maiora