Sono 4 milioni i cittadini venezuelani che dal 2015 a oggi hanno lasciato il proprio paese, con oltre 1,1 milione di bambini che ha bisogno di assistenza. Solo in Siria, con 5,6 milioni di rifugiati, si è assistito a un esodo di popolazione maggiore di quello che si registra in Venezuela.
I paesi della regione latino-americana ospitano gran parte di questi profughi ed emigranti. Tra le persone che oggi hanno bisogno di assistenza umanitaria, oltre ad essi, ci sono anche le comunità che li accolgono e i numerosi rimpatriati.
Migranti venezuelani in Colombia
Il flusso di migranti e rifugiati venezuelani in Colombia continua senza sosta. L’Autorità per le migrazioni colombiana stima che vi siano oltre 1,2 milioni di venezuelani residenti nel paese, molti con l’intenzione di stabilirsi.
Alla fine di maggio, oltre 161.000 bambini venezuelani erano iscritti nelle scuole colombiane. Nonostante le difficili circostanze, molti bambini ogni giorno attraversano il confine per recarsi a scuola in Colombia e poi fare ritorno in patria
In Perù, nonostante il recente obbligo di visto, molti venezuelani continuano ad attraversare il confine in cerca di assistenza umanitaria e protezione, camminando fino a 30 o 40 giorni con conseguenti disidratazione, malnutrizione e altri problemi di salute.
A fine aprile, l’Ufficio Immigrazione del Perù ha registrato oltre 768.000 migranti e rifugiati venezuelani nel paese.
L’UNICEF ha firmato con l’Ufficio Immigrazione peruviano un Piano di gestione per fornire assistenza tecnica ai migranti che richiedono il permesso di soggiorno temporaneo (PTP).
Migranti venezuelani in Brasile
In Brasile, nonostante la chiusura della frontiera con il Venezuela dello scorso 21 febbraio, i migranti continuano a raggiungere il paese a Pacaraima, nell’estremo nord del paese.
Ad aprile, la polizia federale brasiliana ha registrato 17.123 arrivi dall’inizio dell’anno, con una media di 570 persone al giorno. Il flusso nel mese di aprile è stato doppio rispetto a quello di marzo. Il Governo del Brasile sta aiutando i rifugiati venezuelani fornendo loro accesso alle strutture sanitarie.
Migranti venezuelani in Ecuador
Nel mese di aprile, circa 69.000 venezuelani sono entrati in Ecuador, quasi il doppio rispetto a quanto avvenuto a marzo. La percentuale di bambini e adolescenti tra i profughi venezuelani è aumentata dal 20% del 2018 a quasi il 35% nel 2019.
Nonostante sia storicamente un paese che accoglie rifugiati e migranti, la situazione in Ecuador è sempre più tesa a causa dei massicci arrivi, molti dei quali orientati a divenire stanziali.
Come conseguenza, si sta concretizzando in Ecuador una situazione alquanto contraddittoria, con leggi progressiste in campo di accoglienza e asilo e norme recenti che chiudono di fatto il confine con il Venezuela.
Nel paese, 6.056 persone hanno beneficiato degli “Spazi di riposo temporanei” allestiti dall’UNICEF nei posti di frontiera di Rumichaca e San Miguel; dove sono state anche distribuire 4.509 coperte alle famiglie con bambini.
Le difficoltà dei profughi venezuelani
In generale, i bambini e le famiglie profughe dal Venezuela devono affrontare difficili sfide per regolarizzare il proprio status migratorio, il che influisce sul loro accesso alla protezione sociale, alla salute, all’istruzione, ai mezzi di sussistenza e alla protezione dell’infanzia.
La carenza nei paesi di accoglienza di politiche pubbliche integrate in materia migratoria espone questi bambini a un elevato rischio di essere vittime di discriminazioni, violenza, xenofobia, sfruttamento e abusi nei paesi di transito o di destinazione.
L’UNICEF e le organizzazioni partner continueranno a cooperare con le autorità per identificare, assistere e orientare i bambini bisognosi di protezione internazionale.
A livello regionale, l’UNICEF è attivamente impegnato nella Piattaforma di coordinamento regionale per i rifugiati e i migranti venezuelani, coordinata insieme all’Alto Commissariato ONU per i Rifugiati (UNHCR) e all’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (IOM).
Per garantire che i rifugiati venezuelani ricevano le cure essenziali di cui hanno bisogno, l’UNICEF ha lanciato all’inizio dell’anno un Appello umanitario per 69,5 milioni di dollari.
Al momento l’appello è stato finanziato solamente per il 26% e restano gravemente sottofinanziati gli interventi nei settori della sanità, dei servizi idrici e igienici e dell’istruzione.