La recente emergenza maltempo ha colpito anche il capoluogo del Veneto. Venezia ed alta marea sono un binomio purtroppo troppo conosciuto eppure col Mose sembrava essere stata trovata una soluzione grazie al suo funzionamento ormai collaudato. Nonostante ciò, l’acqua alta negli ultimi giorni ha superato i 130 centimetri ed il Mose non si è attivato. La polemica si alza veloce ma la risposta alla domanda è semplice: non era stato previsto che la marea avrebbe superato i 130 centimetri, quota alla quale è prevista l’attivazione del Mose fino a dicembre 2021, quando dovrebbero finire i lavori. Tra tempi tecnici, stop alla navigazione e altri fattori: impossibile attivarlo in tempi rapidi
Venezia, il Mose ed il suo funzionamento
Un avvenimento, questa della recente acqua alta a Venezia, che ci fa domandare cosa sia questo sistema automatizzato che sulla carta dovrebbe risolvere quei problemi tanto noti che colpiscono da sempre il capoluogo veneto. Il Modulo Sperimentale Elettromeccanico è un’opera ingegneristica progettata per difendere Venezia dalle alte maree. Consta di una serie di barriere a scomparsa poste in corrispondenza delle bocche di porto, i punti, cioè, in cui la laguna si collega al mare. I lavori per questa imponente opera sono iniziati nel 2003 affidati al Consorzio Venezia Nuova. L’anno seguente, però, tale consorzio fu commissariato per presunte irregolarità negli appalti mentre nel 2015 arrivò la procedura d’infrazione dalla Commissione europea.
Livello 130 centimetri
Secondo il progetto, il Mose è destinato ad entrare in funzione con maree a 110 centimetri, quota che allagherebbe già una parte della città. Ma siccome non è stato ultimato (anche se funziona) e la fine dei lavori è prevista per dicembre 2021, in attesa dei collaudi si è stabilito che sarà usato con maree superiori ai 130 centimetri. È per questo che da due mesi, dopo che ha dimostrato di tenere Venezia all’asciutto, abitanti e commercianti si augurano che le maree siano alte, perché in caso contrario, con livelli di 110-120 centimetri il Mose non entra in funzione e case e locali commerciali al piano terra vanno sotto acqua.
La decisione
Ma chi ha deciso quel livello? Il 4 settembre scorso l’architetto Elisabetta Spitz, commissario straordinario per il Mose, ha scritto a tutte le autorità veneziane, informandole che, d’accordo con Cinzia Zincone, con la Capitaneria di Porto e l’Autorità Portuale, aveva stabilito i criteri di sollevamento nella fase provvisoria, ovvero fino a dicembre 2022. I soggetti decisori erano Spitz e Zincone, il soggetto esecutore il Consorzio Venezia Nuova, la “soglia di salvaguardia fissata per maree superiori a +130 centimetri rispetto a Punta della Salute”. Cruciale il tempo di preavviso, fissato in “6 ore prima della chiusura delle barriere, con relativa indicazione di orario e durata”, da inviare al Prefetto, al Questore e ai sindaci interessati. In quel protocollo la durata del sollevamento delle barriere è indicato in un massimo di due ore.