L’adagio è uno stile di vita
“Venezia Adagio” di Paola Zatti edito da Enrico Damiani editore è un percorso nuovo, un itinerario che stimola a cogliere alcuni aspetti che rendono la città e la sua laguna luoghi unici. L’autrice propone ai lettori una passeggiata inusuale in una delle città più visitate al mondo, mostrandoci un’altra Venezia, quella più intima e meno “sfacciata”, quella più nascosta e decisamente più vera.
Il libro è concepito per i viaggiatori che non amano il “mordi e fuggi”, per coloro che desiderano lasciarsi ammaliare da antichi mestieri, odori lontani e sapori autentici. Da San Marco a Rialto, dalla Giudecca a Dorsoduro, da San Polo a Cannaregio, Paola Zatti ci guida alla scoperta di percorsi alternativi tra magnifici palazzi, giardini e chiese.
Ad arricchire l’opera, “intervengono” quindici protagonisti della storia e della cultura veneta che raccontano luoghi e aneddoti legati alla vita della città.
“Venezia Adagio” di Paola Zatti fa parte della collana “Gli Adagi”, guide d’autore per riscoprire le nostre città, e di cui fanno parte Napoli Adagio e Milano Adagio.
Abbiamo avuto il piacere di intervistare l’autrice che ci ha svelato alcune curiosità legate al suo libro
“Venezia Adagio” di Paola Zatti
Venezia è una delle più belle città del mondo. Nel corso di una sua intervista ha detto che la città è vissuta dai turisti in modo “cannibalesco”, vedere il più possibile in modo da non dover tornare più. Nella sua guida invece lei ci racconta un’altra Venezia, quale?
Cerco di raccontare la città così come la conosco e la vivo io, suggerendo quello che credo possa aiutare a coglierne lo spirito più autentico e ciò che di meno artificioso ancora sopravvive. Suggerisco alcuni spunti, così che il lettore possa incuriosirsi e in un certo senso procedere poi da solo alla scoperta di un patrimonio, storico, umano, artistico, infinito…
Nel suo libro quali sono gli aspetti che predilige di più, quelli storici o quelli un po’ più attuali?
Ho prediletto l’attualità perché la sensazione di Venezia come luogo “morto”, ormai adattato alle esigenze di un turismo veloce e superficiale, può essere predominante. Invece credo che ci siano molte realtà vive e vere che meritano di essere aiutate a sopravvivere.
Oltre a portare a spasso i lettori per le stradine di Venezia, lei ha raccolto una serie di chicche e curiosità che riguardano l’economia, le tradizioni e la cultura della città. Mi ha colpita molto la storia di Giordana Naccari che mantiene viva una delle prime attività industriali di Venezia. Ci racconta qualcosa in più?
Giordana Naccari è una delle più esperte e note conoscitrici del vetro veneziano. Lei sa raccontare la storia del vetro e di Murano, come poche altre persone. e Questo per essere nata e cresciuta “dentro” questa realtà (lei è di Murano, isola di cui sa tutto), per averne assorbito le atmosfere, conosciuti i segreti e in un certo senso anche raccolto l’eredità. Perchè Giordana crea in prima persona molti dei vetri che espone nel suo !Angolo del passato”, che ha anche molto presente. E di Giordana mi ha colpito molto la generosità con cui ha voluto condividere la sua storia.
Su Venezia è stato scritto tantissimo. Qual è stato il criterio che ha utilizzato per selezionare gli itinerari da proporre al pubblico?
Ho scelto quello che per me è Venezia. Non ci sono altri criteri relativamente ai contenuti. Ho solo organizzato le mie scelte dentro i Sestieri, per aiutare il lettore a dare una direzione alla visita. Ma credo sia una guida da leggere a casa, incuriosirsi, e poi andare a cercare i luoghi dei miei racconti.
Qual è il suo posto preferito? C’è un luogo, una piazza, un palazzo che si porta nel cuore?
No, non ho un luogo del cuore. Potrei provare a indicarne uno, ma avrei comunque la sensazione di tradirne altri cento.