Dopo due mesi di vertenze sindacali, il gruppo privato dela Franzese Srl ha vinto le opposizioni politiche alla cessione da parte dela Conserve Italia.
Lo stabilimento ex – Cirio di Caivano – Pescarola è stata venduta dal gruppo Conserve Italia al gruppo privato Effequattro di Franzese Srl. La notizia è stata ufficializzata dopo due mesi di discussioni e di vertenze sindacali. Già nel corso della scorsa primavera, per la verità , si era diffusa la voce di una probabile vendita dello stabilimento a dei privati, come testimoniato dal comunicato stampa diffuso dalla Cgil FLAI (Federazione nazionale LAvoratori Agroindustria), datato 5 giugno 2007 e firmato dal segretario nazionale Antonio Mattioli. La smentita, operata dai vertici sindacali all’interno del comunicato, ha, però, avuto vita breve, dal momento che, dopo appena sei mesi, sono state avviate le trattative di cessione tra Conserve Italia ed il gruppo Franzese. La lotta sindacale è stata molto dura ed ha coinvolto interamente il corpo lavoratori del gruppo che ha rilevato, nel 2004, la Cirio dopo il crack di Cragnotti: a dicembre, i lavoratori si sono organizzati in un’assemblea permanente, 24 ore su 24, in opposizione al “tradimento†degli accordi, stabiliti dal gruppo Conserve Italiane al momento dell’acquisto della Cirio, e al piano industriale presentato nel marzo dello scorso anno, accolto con favore dagli stessi sindacati. A gennaio, invece, è stato promosso uno sciopero generale dei lavoratori del gruppo, con un’adesione prossima al 100%, secondo stime sindacali, ovvero di tutti i 3500 lavoratori distribuiti nei nove siti produttivi di Conserve Italia. Tutto ciò, però, non è servito a nulla, così come a nulla è servito il tentativo di mediazione promosso dalle istituzioni: in particolare, è stata intensa l’attività presso i ministeri dell’Agricoltura, presieduto dal ministro De Castro, e dell’Industria, guidato dal ministro Bersani. Ugualmente, a poco sono valsi gli appelli dell’assessore regionale all’Industria Cozzolino. Le istituzioni avevano proposto un rilancio dell’impianto, sia a livello produttivo che occupazionale, anche mediante lo stanziamento di fondi fino a venti milioni di euro. La vendita dello stabilimento ex – Cirio, però, ad una cifra che si aggira intorno ai dodici milioni di euro, non è stata evitata. Adesso bisognerà capire il destino dei lavoratori impegnati presso la struttura: almeno sessantasei persone, tra operai ed impiegati, dovrebbero restare nel gruppo. Più incerto, invece, il destino degli altri quarantacinque lavoratori che, molto probabilmente, rimarranno senza lavoro.