Quante e quali sono le varianti del Covid in circolazione? I vaccini a nostra disposizione sono efficaci contro di esse? Chi è vaccinato può abbandonare le regole di sicurezza previste come l’uso delle mascherine e il distanziamento sociale? Le domande sulle varianti del Covid e sull’efficacia dei vaccini sono quelle che al momento assillano di più gli italiani e non solo. Facciamo il punto della situazione.
Le varianti del Covid
Al momento, secondo le autorità sanitarie, la varianti del Covid sotto osservazione, dette Voi (Variant of interest), sono 11. Di queste 11, 5 destano maggiore preoccupazione, sono cioè Voc (variant of concern):
- Alfa. E’ la variante scoperta per la prima volta in Gran Bretagna. Si caratterizza per una più veloce trasmissibilità e ha determinato nono solo una più rapida diffusione ma anche un maggiore numero dei casi gravi;
- Beta. Identificata in Africa, non sembra essere particolarmente contagiosa ma sembra indurre un effetto “immune escape”, una resistenza ad alcuni anticorpi monoclonali;
- Gamma. Originaria del Brasile è caratterizzata da una maggiore capacità di trasmissione e di reinfezione;
- Delta. Responsabile delle migliaia di vittime in India, questa variante contiene tre mutazioni che ne aumentano la capacità di trasmissione e di reinfezione.
A queste va aggiunta la variante Epsilon, di recente scoperta, originatasi negli Stati Uniti e scarsamente diffusa in Europa.
La variante Epsilon
Identificata la prima volta in California, la variante Epsilon è attualmente allo studio del Dipartimento di Biochimica della UW School of Medicine. Secondo il team di ricercatori, la sequenza della variante Epsilon contiene tre mutazioni all’interno della proteina Spike che, come abbiamo imparato, è il ponte utilizzato dal virus per arrivare all’organismo umano. Le mutazioni rilevate all’interno di questa variante “danno a questa variante preoccupante del coronavirus un mezzo per eludere totalmente gli anticorpi monoclonali specifici utilizzati nelle cliniche e riducono l’efficacia degli anticorpi dal plasma delle persone vaccinate“. Questo significa che Epsilon è potenzialmente resistente non solo ai vaccini a Rna-messaggero ma anche agli anticorpi sviluppati dopo aver contratto la malattia. Nell’ultimo mese la variante Epsilon si è diffusa in 44 Paesi tra Stati Uniti, Giappone, Corea del Sud, India. In Europa, invece, i Paesi interessati sono la Danimarca con 37 casi, la Germania che ne conta 10, l’Irlanda e la Francia a quota 7, l’Olanda e la Spagna con 5 contagiati, la Svizzera che conta 4casi, la Norvegia a quota 3, la Svezia e la Finlandia entrambe con 2 casi e Belgio che registra un solo contagiato.
L’efficacia dei vaccini sulle varianti del Covid
I vaccini che si stanno utilizzando per le campagne vaccinali nei diversi Paesi sono in grado, quindi, di contrastare l’avanzata delle varianti? Le nostre autorità sanitarie da settimane rassicurano su questo punto, precisando che la copertura totale si ha a ciclo vaccinale completato, quindi dopo l’inoculazione della seconda dose. Recenti studi resi noti dal ministero della Sanità d’Israele hanno evidenziato che l’efficacia del vaccino di Pfitzer-Biontech nel prevenire lo sviluppo dei sintomi della malattia, provocati dalla variante Delta del Covid, è scesa di un 30%, dal 94,3% al 60%. La capacità di protezione da sintomi gravi è scesa lievemente, dal 98,3% al 92% nel mese di giugno. In Israele, dove il 57% della popolazione è completamente vaccinata, il governo ha, infatti, reintrodotto l’obbligo delle mascherine nei luoghi pubblici e potrebbe disporre anche una terza dose di vaccino.
In copertina foto di Foto di Gerd Altmann da Pixabay