Una nuova variante del Covid, anzi due, si sta imponendo all’attenzione degli studiosi. Il suo nome scientifico è EG.5 mentre quello più diffuso è Eris. Accanto a essa viaggia indisturbata la variante BA.2.86 detta anche Pirola. In che modo le due varianti stanno cambiando l’approccio alla malattia e alla imminente campagna vaccinale? Vediamolo insieme.
La variante Covid Eris
La variante EG.5 ribattezzata con il nome della della della discordia circola dal mese di febbraio. In questi mesi è stata oggetto di monitoraggio da parte dei clinici. Nelle ultime 6 settimane, poi, è divenuta la causa di numerosi contagi affermandosi come variante dominante e quindi di interesse in Europa, Stati Uniti e Asia. Solo in Italia è coinvolta nel 41,9% dei casi di contagio.
Secondo uno studio condotto dall’Università di Tokyo, questa variante avrebbe una maggiore capacità di infettare i polmoni. I sintomi che presenta questa variante non sono molto lontani da quelli che già conosciamo grazie alla variante omicron quali mal di testa, mal di gola, dolori articolari e muscolari. Non si escludono forme più severe mentre la perdita di gusto e olfatto, così comune nelle prime fasi della pandemia, sembra ormai un lontano ricordo. Meno comuni sono diventati anche i sintomi quali nausea, vomito e diarrea.
La variante Pirola
La variante BA.2.86, soprannominata Pirola, ha iniziato a interessare gli studiosi a partire dal mese di agosto. La sua presenza è stata inizialmente registrata in Israele e Danimarca per poi diffondersi in ben 11 Paesi, tra cui Stati Uniti, Sud Africa e Regno Unito. Attualmente non sembra ancora essere stata isolata nel nostro Paese. Pirola rappresenta un’ulteriore mutazione della variante BA.2, meglio conosciuta come Omicron 2. Presenta circa 40 mutazioni a livello della proteina Spike. Come abbiamo imparato, la proteina Spike è il gancio che il virus utilizza per entrare negli organismi e contro cui agiscono i diversi vaccini progettati. Di queste mutazioni due sono da monitorare con particolare attenzione poiché potrebbero essere responsabili di una larga diffusione del virus. Una di queste ricorda quella del ceppo di Wuhan mentre l’altra la variante Delta. Secondo gli studiosi la variante Pirola al momento non desta alcuna preoccupazione.
Come sarà la prossima campagna vaccinale anti Covid?
Intanto è già partita l’opera di sensibilizzazione per la campagna vaccinale anti Covid del prossimo autunno. Il ministero della Salute ha già individuato i soggetti destinatari di tale campagna: gli operatori sanitari, gli over 60 e le persone fragili. Con la diffusione delle due nuove varianti bisognerà capire se i vaccini pronti sono in grado di contrastarle o avranno bisogno di ulteriori aggiornamenti.