(Adnkronos) – Per ora non dice né sì né no il generale Roberto Vannacci a un suo impegno diretto in politica ,ma la tentazione c’è. “Le persone vogliono sapere” se mi candiderò “ma mi piace essere il padrone del mio destino, e quindi è una decisione che riguarda la mia vita, la mia famiglia, il mio futuro e che prenderò da solo. Una volta che l’avrò presa la comunicherò a tutti gli altri”, dice a margine di un talk a Milano replicando a chi gli chiedeva di una sua possibile candidatura alle prossime elezioni europee.
“Si tratta di scegliere tra tanti partiti, le richieste sono tante – sottolinea – ma si tratta anche di scegliere se candidarmi o no. In questo momento devo scegliere se partecipare o no”. Quanto alla tempistiche per sciogliere le riserve “non mi sono fatto un piano a riguardo – assicura Vannacci -. Il giorno che avrò finito di valutare tutti i fattori senza problemi lo dirò”.
Quanto alle inchieste giudiziarie che lo riguardano lui frena: “Sono notizie giornalistiche, aspetto le carte, questioni di servizio di cui non parlo. Sono sereno e non mi sono mai detto perseguitato. Non ho mai pensato ai complotti, quello che è successo è di fronte agli occhi di tutti. Sono molto sereno – ribadisce – vado avanti per la mia strada e continuo a fare la mia vita”. Quanto all’accusa per istigazione all’odio razziale per il suo libro ‘Il mondo al contrario’, “è infondata – afferma Vannacci – istigare all’odio vuol dire qualcosa… nel mio libro non c’è una frase che può essere paragonata” all’istigazione all’odio razziale.
E a chi gli chiede cosa pensi degli scontri che si sono verificati ai cortei di Pisa e Torino è netto: “Il diritto alla manifestazione è sacrosanto ma è soggetto alle regole e le forze dell’ordine sono lì per far rispettare le regole. Non credo ci sia repressione del dissenso. E’ chiaro – afferma – che mi schiero con la polizia e con chi tutela l’ordine pubblico. Io non ho mai manifestato in vita mia ma ho fatto tante cose e non mi sono mai sentito represso”.
Quindi racconta che “nel 2006-2007 sono stato al Gay Pride, mi fermai a Piazza San Giovanni a Roma con una mia amica, andammo a vederlo. Era estate e non ero in uniforme”. Ma, aggiunge, “il genoma dall’omosessualità non è ancora stato trovato” Quanto al razzismo, ha detto di essere “contrario” ricordando che “la parola ‘razza’ esiste nella Costituzione”.
“La gonna di Mengoni? Sono libero di ridere” Quanto alle polemiche sulle sue parole in merito alla gonna sfoggiata da Marco Mengoni a Sanremo, Vannacci rimarca: “Non mi piace l’ostentazione e le cose eccentriche” e che “se vedo un uomo che va in gonna voglio essere libero di mettermi a ridere”. Incalzato da una folla di giornalisti, Vannacci non si è voluto definire antifascista, dicendo che il fascismo “è un periodo storico finito 80 anni fa” e che “non ci sono persone che si dicono contrarie all’antica Roma”.
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