Il suo percorso a bordo un furgone nero è stato seguito dai media step by step e le prime inoculazioni sono state eseguite davanti alle telecamere. Il V Day, il giorno, cioè in cui ha ufficialmente debuttato il vaccino anti Covid, ha avuto tutti gli onori riservati ai giorni storici. E’ un giorno importante che segna non solo l’inizio di un nuovo corso ma anche il compimento di un lavoro portato avanti per mesi da un’intera comunità.
L’Europa e la pandemia
La pandemia da Coronavirus ha sconvolto l’intero pianeta da un punto di vista sanitario prima, da quello economico e sociale dopo. Far fronte a un’emergenza di queste dimensioni è stato necessario prendere delle decisioni importanti in brevissimo tempo e non tutte le istituzioni sono state tempestive. Anche la Comunità europea, nella prima fase della crisi sanitaria, ha vissuto momenti difficili che solo il richiamo alle sue origini alla sua essenza è riuscito a risolvere. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha saputo portare avanti trattative complesse con i diversi Stati membri per assicurare a tutti i cittadini europei adeguati sostegni economici ed equità di trattamento. Ricordiamo (solo per citare alcuni episodi) le posizioni dei Paesi cosiddetti “frugali” sul Recovery Fund o il veto posto da Ungheria e Polonia sull’approvazione del bilancio.
V Day: nel vaccino anti Covid il simbolo della lotta contro il virus
La questione vaccino non è stata da meno. Realizzato in tempi brevissimi da Pfizer-Biontech e approvato dall’Ema (l’Agenzia Europea del Farmaco), la Comunità europea ha lavorato perché il vaccino anti Covid sia gratuito e disponibile per tutti i cittadini europei. Per questo motivo la Commissione europea ha voluto fortemente la stessa data di avvio per la campagna vaccinale in tutto il suo territorio. Il V Day, così tanto criticato, ha proprio questo significato: uguale trattamento per tutti. Anche se Paesi come la Germania, l’Ungheria e la Slovenia hanno anticipato, seppur di pochi giorni, le inoculazioni, il V Day si conferma come un giorno storico, l’inizio di una campagna vaccinale dai numeri mai visti prima. E, diciamolo, una vittoria dell’Europa.
Cosa accadrà ora?
Il numero delle dosi messe a disposizione per questa prima fase della campagna vaccinale europea, ovviamente, è puramente simbolico. Ogni Paese avrà a disposizione nuove dosi corrispondenti alla popolazione da vaccinare. Il piano proseguirà per step individuando le categorie che necessitano di una precedenza rispetto alle altre. Per essere efficace, il vaccino deve essere fatto da circa il 70% della popolazione, un grosso problema visto l’allargarsi del fronte no vax in tutta Europa. Sarà servito documentare l’arrivo delle prime dosi del vaccino e la sua inoculazione per indicare alle persone l’unica via che ci può salvare?
In copertina foto di fernando zhiminaicela da Pixabay