(Adnkronos) – “Abbiamo imparato già durante la pandemia quanto l’informazione corretta e l’educazione alla prevenzione possano fare la differenza. Per ‘seminare’ il valore della prevenzione e delle vaccinazioni è necessario iniziare fin dalle scuole e proseguire poi con tutte le fasce d’età, perché ognuna ha un’indicazione specifica”. Lo ha detto Valeria Fava, referente per l’Area salute di Cittadinanzattiva, oggi a Milano, in occasione dell’evento di presentazione della ricerca sulla consapevolezza sulla vaccinazione antinfluenzale che Viatris ha commissionato a Iqvia.
“Sappiamo che l’informazione – continua Fava – è un elemento capace di influenzare le decisioni del singolo cittadino, quindi è quanto mai importante che i cittadini si rivolgono a fonti di informazioni istituzionali, formali e autorevoli. Mi riferisco ad esempio all’informazione fornita dal ministero della Salute, dai siti delle regioni, delle Asl e degli ospedali, ma anche dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta.
Sono questi i soggetti e i luoghi dove cercare la corretta informazione. Bisogna inoltre fare attenzione a quanto si legge sui social, poiché questi si sono dimostrati dei luoghi dove le informazioni possono essere estremamente fuorvianti.
Sebbene – aggiunge la referente di Cittadinanzattiva – gli adulti non si percepiscono come primi destinatari della prevenzione, perché magari si sentono sani e forti, in realtà la vaccinazione può essere uno strumento molto importante anche per loro, sia per proteggersi da un’influenza, che può avere impatti pesanti anche sulla salute della persona sana, ma soprattutto perché vaccinandosi proteggono le persone anziane, delle quali magari sono caregiver, e anche i bambini. Inoltre, gli adulti di oggi saranno gli anziani del domani ed è quindi importante che anche loro ricevano un’educazione alla prevenzione”.
Guardando al presente, “l’Italia vive un federalismo sanitario – sottolinea Fava – che mostra delle défaillance importanti e ci sono disuguaglianze di accesso anche per quel che riguarda la prevenzione vaccinale Esistono modelli di accesso e vaccinali differenti da regione a regione e questo non è per forza un male, l’importante – conclude – è che questi siano ugualmente efficaci, che forniscano ai cittadini la stessa facilità di accesso e garantiscano un’informazione uniforme”.
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