(Adnkronos) – Il 20% dei pazienti italiani colpiti da un cancro non ha mai parlato di vaccini con il proprio oncologo e non si sente abbastanza informato su questo tema. Il 56% non conosce i rischi di una mancata immunizzazione. L’80% non è consapevole del fatto che una corretta vaccinazione possa contribuire a migliorare i risultati delle terapie antitumorali. E solo un malato su 10 sa che la vaccinazione anti Herpes zoster è fortemente raccomandata.
E’ quanto evidenzia una survey condotta su oltre 500 pazienti dall’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom). Rientra nella nuova campagna informativa ‘La vaccinazione nel paziente oncologico’, promossa dalla società scientifica con un contributo non condizionante di Gsk. L’intera iniziativa viene presentata oggi a Roma in occasione del XXV Congresso nazionale Aiom.
“Vogliamo fornire informazioni certificate a supporto dei malati di cancro e sensibilizzare la popolazione e i clinici circa l’importanza dei vaccini – afferma Saverio Cinieri, presidente Aiom – Grazie alle nuove terapie e alla diagnosi precoce, le prospettive di guarigione dai tumori sono migliori rispetto al passato. Tuttavia, le cure possono avere controindicazioni ed è fondamentale riuscire a tutelare la salute e il benessere dei pazienti sia durante che dopo i trattamenti. In quest’ottica rientrano alcune vaccinazioni che sono fortemente raccomandate per i malati e tutti coloro con cui stanno a stretto contatto. Le immunizzazioni consigliate sono l’antinfluenzale, l’anti-pneumococcica, l’anti-Covid e l’anti-Herpes zoster”.
“Il Fuoco Sant’Antonio – sottolinea Nicola Silvestris, consigliere nazionale Aiom – è un’infezione che solitamente si manifesta attraverso un’eruzione cutanea a forma di placca ricoperta da piccole vescicole pruriginose dal contenuto liquido. E’ una diretta conseguenza del virus Varicella zoster e si calcola che oltre il 99% degli adulti over 40 anni sia entrato in contatto con l’agente patogeno. Di questi, una persona su tre è a rischio di sviluppare almeno un episodio di Herpes zoster nella vita. Ma il rischio risulta raddoppiato per le persone con un sistema immunitario compromesso come i pazienti oncologici sottoposti a chemioterapia, nei quali la bassa risposta immunitaria aumenta la probabilità di contrarre il virus.
Inoltre, si verifica una diffusione più ampia delle lesioni alla pelle, una maggiore durata dell’infezione e possono sviluppare infezioni batteriche concomitanti. Può anche esserci un coinvolgimento di altri organi con complicanze addirittura fatali”. “Per questo è di fondamentale importanza l’immunizzazione – aggiunge Angioletta Lasagna, oncologa al Policlinico San Matteo di Pavia – Ora è disponibile un vaccino ricombinante adiuvato che può essere utilizzato anche da tutti i pazienti oncologici, inclusi gli immunocompromessi. L’efficacia resta costante e risulta del 97% nei cinquantenni e del 91% nelle persone ultra 70enni. E’ stata valutata in persone a cui sono state somministrate due dosi a distanza di 2 mesi”.
Il progetto sui vaccini promosso da Aiom prevede un booklet informativo, rivolto a caregiver e pazienti, che sarà diffuso in tutta la Penisola nei centri di oncologia medica. E’ stato realizzato uno spot divulgato e avviata una campagna sui social istituzionali di Aiom. Si terrà inoltre un media tutorial dedicato ai giornalisti. “Dall’indagine emerge chiaramente quanto sia necessario informare e sensibilizzare sull’utilizzo dei vaccini in oncologia – prosegue Cinieri – Aiom è da sempre molto attenta a questo tema che riteniamo sottovalutato e che invece necessita di maggiore attenzione da parte di tutti. Un anno fa, come società scientifica, abbiamo redatto le raccomandazioni sull’uso della vaccinazione per Herpes zoster.
Nel lontano 2016 è stato stilato un documento sull’immunizzazione antinfluenzale nei pazienti con tumori solidi. Siamo inoltre la prima società al mondo che sta elaborando delle Linee guida sulla vaccinazione del paziente oncologico: saranno a breve disponibili per tutti gli specialisti”. “Tutte le malattie che sono vaccino-prevenibili rappresentano un serio problema per i nostri pazienti – rimarca Lasagna – Oltre ai pericoli per lo stato di salute generale derivati da infezioni e complicanze, patologie come influenza, meningite, polmonite o lo stesso Fuoco di Sant’Antonio possono ritardare i trattamenti oncologici attivi”.
Conclude Perrone: “Il vaccino è un’arma che l’oncologo deve conoscere e offrire al proprio paziente. Le varie immunizzazioni devono essere però svolte nel momento migliore in base anche alla somministrazione delle terapie. Per quanto riguarda l’anti-Covid, per esempio, recenti lavori scientifici hanno dimostrato l’efficacia e la sicurezza dei vaccini anche se somministrati nel corso dei trattamenti. Rinnoviamo quindi l’invito ai malati di cancro ad immunizzarsi in quanto il virus Sars-CoV-2 può essere ancora molto pericoloso”.
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