Vaccinazione poliomielite: riprende a tambur battente la campagna per contrastare l’avanzata del virus nello Stato di New York. Dopo dieci anni torna la malattia una volta denominata “paralisi infantile” per la quale non esistono cure. Il vaccino, che potrà essere somministrato anche in farmacia, è particolarmente consigliato alle donne in gravidanza e ai bambini al di sotto dei due anni.
Il ritorno della poliomielite dopo dieci anni
Lo scorso luglio a New York era stato scoperto un caso di poliomielite. Il primo dopo circa dieci anni. La persona infettata non era vaccinata e sarebbe stata contagiata da un soggetto immunizzato con il vaccino orale. Analisi successive hanno rilevato tracce del virus nelle acque reflue. Dopo circa due mesi dal primo caso i campioni raccolti sono stati 57 e sono stati rilevati in ben 5 contee. Stando ai risultati delle analisi sui campioni rilevati, il virus in circolazione sarebbe proprio quello in grado di provocare la paralisi.
Vaccinazione poliomielite: come riparte la campagna
La governatrice dello Stato di New York, Kathy Hochul, ha quindi dichiarato lo stato d’emergenza. Una misura non solo resa necessaria dalla gravità della situazione ma che le ha anche permesso di imprimere una certa accelerazione alla campagna vaccinale. La vaccinazione anti polio nello stato di New York, infatti, non è obbligatoria, come in Italia, e in alcune contee la percentuale di somministrazione è molto bassa. Sono le contee dove vivono comunità contrarie per religione ai vaccini. Le stesse contee nelle quali sono stati raccolti i campioni contaminati. Grazie all’ordinanza della Hochul, il vaccino potrà essere somministrato, dunque, non solo dal personale medico normalmente adibito alla pratica ma anche da ostetriche, operatori dei servizi di urgenza e farmacisti. Le categorie alle quali la vaccinazione è particolarmente consigliata sono i bambini al di sotto dei due anni e le donne incinte.
Paralisi infantile
La poliomielite è una malattia infettiva che colpisce il sistema nervoso centrale. Si trasmette da individuo a individuo per via oro-fecale tramite la saliva, tosse e starnuti da parte di persone infette oppure attraverso cibi o acqua contaminati o ancora attraverso le feci. Colpisce soggetti di tutte le età anche se i più colpiti risultano essere i bambini al di sotto dei 3 anni. Si manifesta come un’influenza, febbre, stanchezza, vomito, dolori al collo e gli arti. Nel 5-10% dei casi si sviluppa una meningite asettica, nell’1% dei casi si arriva alla paralisi. Tra i soggetti predisposti, secondo l’OMS, a sviluppare la forma grave della malattia ci sono le donne incinte, i soggetti immunodeficienti, coloro che svolgono esercizio fisico esagerato e coloro che hanno lesioni o ferite.
Non esiste una cura per la poliomielite. L’unico modo per contrastarla è il vaccino di cui esistono due versioni: l’IPV, la forma inattivata, creata da Salk, che si somministra con un’iniezione per via intramuscolo, e quello “vivo attenuato” creato da Sabin che si somministra per via orale. La strategia, dunque, è quella propria di ogni vaccino. Immunizzare la popolazione per eradicare la malattia a livello mondiale così come accaduto per il vaiolo nel 1980.