Il Consiglio Europeo ha aggiunto quattro nomi all’elenco delle persone oggetto delle misure restrittive dell’UE nei confronti del regime siriano. In linea con la sua politica di contrasto della proliferazione e dell’uso di armi chimiche, l’UE ha disposto l’aggiunta di tali quattro persone a motivo del loro ruolo nello sviluppo e nell’uso di armi chimiche contro la popolazione civile.
Le persone in questione sono un alto funzionario militare e tre scienziati che lavorano presso il Centro di studi e ricerche scientifici, l’entità statale responsabile dello sviluppo e della produzione di armi non convenzionali, incluse armi chimiche, e dei relativi missili vettori. Questa entità è oggetto delle misure restrittive dell’UE dal 1º dicembre 2011.
Il 17 luglio 2017, l’UE aveva già imposto misure restrittive nei confronti di siriani precisamente a motivo del loro ruolo nello sviluppo e nell’uso di armi chimiche.
La decisione odierna porta a 261 il numero totale di persone oggetto di divieto di viaggio e congelamento dei beni in quanto responsabili della violenta repressione della popolazione civile in Siria, o in quanto traggono vantaggio dal regime o lo sostengono e/o sono associate a tali persone.
Inoltre 67 entità sono oggetto di congelamento dei beni. Più in generale, le sanzioni attualmente in vigore nei confronti della Siria includono un embargo sul petrolio, restrizioni su alcuni investimenti, il congelamento dei beni della banca centrale siriana detenuti nell’UE e restrizioni all’esportazione di attrezzature e tecnologie che potrebbero essere usate a fini di repressione interna nonché di attrezzature e tecnologie per il monitoraggio o l’intercettazione delle comunicazioni telefoniche o online. Le misure, prorogate da ultimo il 29 maggio 2017, sono in vigore fino al 1º giugno 2018.
L’UE mantiene l’impegno a trovare una soluzione politica duratura al conflitto in Siria all’interno del quadro convenuto nell’ambito delle Nazioni Unite. Come indicato nella strategia dell’UE relativa alla Siria adottata nell’aprile 2017, l’UE ritiene che non vi possa essere una soluzione militare al conflitto e sostiene con vigore l’attività dell’inviato speciale dell’ONU e i colloqui di Ginevra tra le parti siriane.