(Adnkronos) – La vice presidente americana Kamala Harris ha preso negli ultimi giorni un ruolo più prominente riguardo alla guerra a Gaza, prima criticando apertamente Israele per il fatto che limita gli accessi umanitari e poi incontrando Benny Gantz, il principale rivale politico di Benjamin Netanyahu che si è recato in missione a Washington sfidando il premier israeliano. E, visto da Israele, l’attivismo, le parole e i toni di Harris potrebbero essere “un segnale di cambiamento della politica di Washington” e, soprattutto, indicare che “dopo cinque mesi di guerra a Gaza, la pazienza americana con Israele sta diminuendo”, scrive oggi Haaretz.
Secondo le fonti citate dell’emittente Usa, la bozza del discorso di Harris inviato al Consiglio di Sicurezza Nazionale aveva toni più duri nel descrivere la terribile situazione umanitaria a Gaza e nel chiedere ad Israele di autorizzare immediatamente maggiori aiuti. Le fonti assicurano, comunque, che i cambiamenti apportati al discorso pronunciato domenica da Harris sono stati solo nei toni e non nel contenuto e che l’appello per il cessate il fuoco riecheggia quelli che Joe Biden ripete da settimane.
Per il Washington Post il discorso di Harris, in ogni caso, è stato caratterizzato da un tono più duro, collegando questo al fatto che un numero crescente di esponenti democratici esprimano scontento per il sostegno incondizionato ad Israele di Biden. E ricordando che in Michigan gli appelli al voto di protesta per Gaza hanno portato oltre 100mila elettori a votare scheda bianca alle primarie democratiche.
Ma è stato soprattutto il tono con cui ha chiesto con forza “l’immediato cessate il fuoco” – rivolgendo un aut aut in questo senso anche a Hamas – che ha fatto diventare virale il discorso, con commenti di migliaia di persone. Parole dirette “ai giovani, agli afroamericani e arabo americani che sono molto, molto arrabbiati”, spiega lo stratega Christopher Huntley, vicino ad Harris, sottolineando che ha parlato in un luogo simbolo della “lotta per la giustizia, l’eguaglianza, i diritti umani e civili”.
Ed ancora più esplicita una fonte che vuole rimanere anonima: “La gente non attacca lei perché sa che questa non è la sua politica, questa è la guerra di Biden, il fallimento di Biden, credo che lei avrebbe chiesto il cessate il fuoco molto tempo fa”. Anche il Post rivela che Harris da mesi in privato esprime preoccupazioni per la sofferenza dei palestinesi e per il fatto che i giovani elettori vedono il conflitto israelo-palestinesi attraverso lenti diverse da quelle dei più anziani, che decidono le strategie di sostegno incondizionato ad Israele.
Già a dicembre Harris ha usato, parlando a Dubai, parole molto forti per chiedere a Israele di limitare le vittime civili. Tra gli attivisti pro palestinesi americani il discorso di Harris ha provocato reazioni contrastanti: “Per me si tratta di un cambiamento di comunicazione, non di politica”, afferma con il Post Waleed Shahid, stratega dem critica della linea di Biden su Gaza, sottolineando che il luogo scelto, Selma, per il discorso è più importante del contenuto: “Mi fa pensare che la Casa Bianca non solo teme di perdere il voto di arabo americani, musulmani e giovani ma anche afroamericani più vecchi”.
Per il giornale della sinistra israeliana, le parole della vice presidente, oltre a confermare le pressioni Usa su entrambe le parti per arrivare a un accordo, mostrano come “dopo cinque mesi di guerra la pazienza americana con Israele stia diminuendo”.
E che Washington, “avendo difficoltà a identificare una strategia israeliana della guerra aldilà della sopravvivenza politica del premier Netanyahu” è sempre più “arrabbiata” per i ritardi nella risposta alla crisi umanitaria e “preoccupata” per le conseguenza del confitto non solo nella regione ma anche “per la corsa della rielezione di Biden”. Analisi quindi che alla fine coincide con i ragionamenti dei media americani sul valore dell’iniziativa di Harris.
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