(Adnkronos) – Una corsa alla Luna ‘moderna’. Con una posta in gioco diversa dall’epoca della Guerra Fredda, dalla rivalità tra l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti quando l’obiettivo era rivendicare con una bandiera sul suolo lunare il dominio morale e tecnologico di un sistema politico. Qualcosa che resta nella rivalità tra Cina e Stati Uniti, ma ora – scrive il Washington Post alla vigilia dell’atteso incontro negli Usa tra Joe Biden e Xi Jinping – i due Paesi lavorano a una presenza duratura sulla Luna e nello spazio cislunare. Arrivare per primi “sarebbe motivo di vanto per la Cina”, ha detto in un’intervista Bill Nelson, amministratore della Nasa. E, ha aggiunto, “è nostra intenzione che ciò non accada”.
Ad agosto l’altro gigante asiatico, l’India, ha scritto la storia: la sonda senza equipaggio Chandrayaan-3 è atterrata in prossimità del polo Sud lunare. E l’India è diventata il primo Paese al mondo a portare con successo una sonda in quel luogo considerato il ‘nuovo Eldorado’ grazie alle riserve di ghiaccio, quindi di acqua. Un successo arrivato dopo un tentativo fallito da parte della Russia qualche giorno prima. Tentativi, non riusciti, ci sono stati anche da parte di Israele e Giappone.
“Vogliamo essere lì per stabilire un precedente per l’estrazione di materiali sulla Luna”, ha detto Todd Harrison del Center for Strategic and International Studies, che pone tra l’altro la questione dei “diritti di proprietà”. E afferma: “Vogliamo farlo in linea con i nostri valori e il nostro sistema economico e se la Cina arriverà per prima potrà stabilire un precedente basato sui suoi valori e sul suo sistema economico”.
Dal 2003 il programma spaziale cinese ha lavorato a una lenta e costante serie di missioni che, evidenzia il Post, hanno spinto la Cina ai vertici delle potenze spaziali, con una stazione spaziale che si trova in orbita terrestre bassa, ‘abitata’ in modo continuativo, e l’arrivo di un rover su Marte nel 2021. E la Luna è stata oggetto di un interesse particolare. Ci sono state le missioni lunari del 2007 e del 2010 e poi nel 2013 a planare sulla superficie della Luna è stato il lander cinese Chang’e-3.
Il 2019 è l’anno in cui la Cina è ‘arrivata’ sulla ‘faccia nascosta’ della Luna e nel 2020 ha portato sulla Terra campioni di suolo raccolti sulla Luna. In questo secolo, evidenzia il Post, la Cina è riuscita ad atterrare per tre volte con successo sulla superficie lunare, mentre gli Stati Uniti restano alla missione Apollo 17 del 1972. Secondo Dean Cheng, consulente del programma Cina dello U.S. Institute of Peace, il gigante asiatico “sembra voler chiarire che sarà un attore importante, se non il principale, nel definire norme e standard per la futura attività spaziale”.
Così gli Usa hanno creato una coalizione internazionale. Lo sviluppo degli accordi Artemis, firmati sinora da 31 Paesi (India compresa, Cina esclusa), un quadro giuridico per l’uso pacifico dello spazio che disciplinerebbe il comportamento sulla superficie lunare. In un contesto in cui, scrive ancora il Post, la Nasa non può collaborare con la Cina sulle missioni spaziali per il timore del furto di tecnologia. “Oggi non è una corsa alla Luna – ha detto Harrison del Csis – E’ una corsa alla corsa. E’ come ci si arriva, si tratta delle partnership messe in piedi per arrivarci e dei precedenti che vengono stabiliti.
E’ diverso dagli anni Sessanta quando si trattava di piantare una bandiera. Ora è più complicato, c’è molto di più in ballo”. E se nessun Paese può rivendicare la sovranità sulla Luna, Pechino potrebbe dire “non stiamo rivendicando territorio, ma questa è una zona off limits e nessuno può arrivare qui entro un certo raggio – ha messo in guardia Harrison – Sarebbe un’estensione di quello che hanno fatto nel Mar cinese meridionale”.
Lo scorso anno la Nasa ha completato con successo la missione Artemis I con l’invio del veicolo spaziale Orion. Entro la fine del 2024 o all’inizio del 2025 è prevista Artemis II, la prima missione con equipaggio. Incerti i tempi per Artemis III, la prima missione con allunaggio. La Nasa ha comunque in programma per i prossimi mesi un paio di missioni robotiche sulla Luna. E la Cina non sta a guardare.
Per il prossimo anno lavora alla missione Chang’e-6, di nuovo sulla ‘faccia nascosta’ della Luna per raccogliere campioni da portare sulla Terra. Nel 2026 Chang’e-7 dovrebbe arrivare nei pressi del polo Sud lunare, nel quadro – conclude il Post – di un lavoro per costruire un insediamento che la Cina chiama International Lunar Research Station.
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