Fino al 9 maggio 2020 la Fondazione Antonio Dalle Nogare presenta Up The Heavies personale dell’artista tedesco Peter Wächtler.
Up the Heavies, letteralmente “Sollevare i pesanti”, è quasi un ossimoro, qualcosa che gioca con l’idea degli opposti. Ed è questo un po’ il tema di una mostra che apparentemente non ha collegamenti lineari tra le varie opere, ma gioca con ognuna di esse su relazioni opposte di velocità e lentezza, pesantezza e leggerezza, astrazione e figurazione, grandezza e piccolezza, narrazione e rappresentazione, specificità e generalismo.
Nella grande sala al piano terra la mostra presenta tre serie di sculture, un ciclo di fotografie in bianco e nero e una serie di acquerelli.
Come già sottolineato, tutti gli elementi della mostra esistono in una dialettica di opposti: i tre gruppi di sculture infatti sono diversi per forme (fiori, animali e gru) e per materiali (bronzo, acciaio e un misto di acciaio e vetro) e per intenti. Se da un lato infatti i fiori sembrano realizzati in maniera del tutto espressionistica sfruttando la manualità gestuale dell’artista che ha creato queste forme con la sola forza delle sue braccia, rendendole all’apparenza veloci, immediate e espressive, così invece le gru sono la testimonianza di un lavoro meticoloso, quasi ossessivo nella ripetizione di una iconografia.
Tra di loro questi due elementi si confrontano anche dal punto di vista tematico: se i fiori rappresentano chiaramente un elemento naturale, così la gru rappresenta invece il simbolo, quasi un’icona dello sviluppo industriale, della cementificazione, della costruzione costante che inonda le nostre città. Non si tratta in nessun caso di un giudizio positivo o negativo, ma di una rappresentazione delle dicotomie in cui ci muoviamo ogni giorno.
Molto diverse per iconografia e materiali utilizzati sono le due sculture di bronzo. Esse rappresentano due animali: un lupo ed un orso che sono raffigurati come due marinai in movimento, non si sa se in partenza o di ritorno. A differenza delle altre sculture, meno raffinate e quasi volutamente abbozzate, queste sono realizzate in bronzo, uno dei materiali nobili della scultura classica e sono definite nei minimi particolari.
Pesanti, estremante figurative, quasi realistiche, e tradizionali nei materiali, questi lavori si contrappongono agli altri elementi scultorei presenti in mostra.
Gli altri due elementi di contrasto tra loro sono rappresentati da due serie di lavori a parete: se le fotografie documentano una serie di scatti realizzati a Bolzano in luoghi tipici della città (volutamente non specificati), gli acquerelli rappresentano paesaggi generici, quasi fantastici. Dal punto di vista più strettamente iconografico, laddove le fotografie sono dominate da chiaroscuri perfettamente delineati, gli acquarelli sono caratterizzati da una generale opacità: realizzati con diversi passaggi di pittura sulla carta, questi sono permeati da una velatura che lascia solo intravedere l’immagine sottostante.
Up the Heavies si chiude con quello che l’artista quasi definisce una bonus track. Nella sala-video al piano terra infatti viene presentato Untitled (Vampire), l’ultimo film di Wächtler. Co-prodotto dalla Fondazione Antonio Dalle Nogare e dalla Kunsthalle di Zurigo (in cui è in mostra fino al 17 novembre 2019) presenta un vampiro interpretato dallo stesso artista. Essendo una creatura non morta e immortale che si nutre del sangue degli altri, il vampiro rappresenta un classico esempio di essere che vive in una sorta di bolla. Tutto ruota intorno a lui e al suo mondo, ai suoi desideri e alla sua lussuria. Egli esiste in una continua dicotomia tra vita e morte, ma anche tra realtà e finzione.