Sono 1.321 i volontari tra i 70 e i 74 anni, abitanti ad Abbiategrasso (Milano), che hanno partecipato a uno studio scientifico sull’invecchiamento cerebrale contribuendo alla costruzione di una grande “banca” di dati e di materiale biologico (DNA, cellule, sangue) da utilizzare per la ricerca scientifica sull’Alzheimer.
Lo studio, denominato “Invecchiamento Cerebrale in Abbiategrasso” (InveCe.Ab), è stato condotto dalla Fondazione Golgi Cenci – centro di ricerca con sede ad Abbiategrasso rinomato a livello internazionale – con il contributo della Federazione Alzheimer Italia – la maggiore organizzazione nazionale non profit dedicata alla promozione della ricerca sulle cause e la cura dell’Alzheimer, oltre che al sostegno dei malati e dei loro familiari – e con la collaborazione dell’Università di Pavia.
I volontari abbiatensi si sono sottoposti per tre volte (la prima nel 2009, poi nel 2012 e infine nel 2014) a un prelievo del sangue, un’intervista sociale, una valutazione neuropsicologica e una visita medica. Grazie a loro, oggi presso la Fondazione Golgi Cenci è presente un consistente “deposito fruttifero” da far rendere in termini di conoscenza scientifica per studiare i vari aspetti dell’invecchiamento cerebrale e del deterioramento cognitivo sia di tipo Alzheimer che di altra natura.
Lo studio è stato reso noto a livello internazionale grazie alla registrazione presso il National Institute of Health degli USA, e ci sono state inoltre pubblicazioni su riviste internazionali sia sulla parte metodologica che sui primi dati sulla prevalenza della demenza.
Dalle prime analisi dei dati, è emerso un preciso profilo anagrafico-sociale dei partecipanti, comprendente le abitudini alimentari e la propensione alle attività ricreative, a seconda del sesso e dell’età (si conferma per esempio che ad Abbiategrasso si usa molto la bicicletta e si legge quotidianamente il giornale).
Nel corso dei sei anni delle tre valutazioni è emerso un calo, prevedibile e legato all’invecchiamento, nella memoria di una lista di parole, mentre per il ricordo di un racconto dalla trama logica la perdita è molto minore e addirittura si riscontra qualche miglioramento. Ciò sottolinea l’importanza per il cervello dell’organizzazione delle informazioni che si vogliono ricordare.
Emerge inoltre come la demenza e la malattia di Alzheimer siano legati all’età: la prevalenza della demenza è raddoppiata in 5 anni (dal 3,3 al 6,8%), un risultato in linea con i dati europei. Per la salute in generale si è riscontrato solo un 10% dei volontari che non presenta alcun problema medico.
Sempre grazie alla Fondazione Golgi Cenci, si parla di unicità a livello per un progetto che sta muovendo i primi passi e che vedrà il suo compimento nei prossimi anni: si tratta della Banca del Cervello, ovvero secondo le parole del direttore della fondazione, prof. Antonio Guaita “una raccolta post mortem di encefali a scopo di studio a disposizione della comunità scientifica; per questo si parla di “banca” anche se i frutti sono in ambito scientifico e non economico. Oltre alle informazioni che si apprendono al microscopio, sono ugualmente significative le cose di cui veniamo a conoscenza della persona, in quanto le vicende della vita rendono unico il cervello di ognuno di noi“.