In un tempo in cui lo storytelling si sta affiancando – e a tratti, prevaricando – il racconto della storia di ciascuno di noi, tornare a parlare di identità pare, oggi, una necessità più che un espediente. Se poi, a farci sostare nel pensiero, è il corpo attraverso l’uso consapevole e trasformante della coreografia, l’impatto è ancor più coinvolgente.
Il programma de Festival di quest’anno, con il focus dedicato alla giovane danza araba e il sostegno ai network internazionali come MasDanza Platform, permette all’osservatore di spingersi ancor di più verso territori poco esplorati, potendo così sperimentare uno sguardo aperto – e non omologato – sul mondo. Essere spettatori, occasionali o abituali, di spettacoli di danza, in un contesto come quello offerto dal festival, permette di spingere il proprio sguardo oltre le staccionate abituali e, verosimilmente, di interrogarsi su alcune questioni dell’oggi.
Il Festival, che si svolge nell’ambito di Best la cultura si fa spazio 2017, il cartellone estivo promosso e coordinato dal Comune di Bologna, punta la sua rotta su alcuni progetti di rete.
Si consolidano e diventano appuntamenti attesi quelli con Masdanza e con gli artisti sostenuti dall’azione Danza Urbana XL del Network Anticorpi XL. Mentre il Focus Young Arab Choreographers è sicuramente quello che caratterizza l’edizione di quest’anno, e rappresenta il frutto di nuove energie e collaborazioni volte a facilitare la mobilità, il dialogo interculturale e lo scambio di pratiche performative tra gli artisti arabi e le realtà del territorio italiano, realizzando momenti di incontro, sessioni di lavoro e serate di spettacolo. Un’occasione importante anche per parlare di danza araba in luoghi dove spesso danzare non è affare così ovvio e riportare alla luce la bellezza di una cultura che, oggi, i recenti fatti di cronaca fanno spesso passare in secondo piano. Inoltre ci fa piacere segnalare che tutte le compagnie in programma quest’anno sono presenti per la prima volta al Festival. Se nelle ultime edizioni, in particolare in occasione del ventennale, abbiamo rivolto l’attenzione a quegli artisti che sono cresciuti insieme al festival o che lo hanno scelto per portare le loro opere (Le Supplici, Simona Bertozzi, Collettivo Cinetico, La Veronal, MK, Enzo Cosimi, ecc. ), lo sforzo testimoniato da questa edizione, è quello di porre grande attenzione alla scena giovane ed emergente nazionale e internazionale.
Il Festival inaugura martedì 5 settembre al Collegio d’Arte Venturoli con la giovane formazione Dewey Dell che porta in prima assoluta al Festival Deriva Traversa (h18 e h19, in replica il giorno successivo). Questa loro nuova opera, partendo dalla collaborazione con A Dead Forest Index, duo neozelandese composto da due fratelli musicisti, lavora sulla coralità delle voci ed è la diretta prosecuzione di Sleep techinque, il loro precedente lavoro. “Abbiamo accolto con grande slancio l’invito di Danza Urbana, ci piaceva per la prima volta nel nostro percorso relazionarci allo spazio nudo di un esterno e all’assenza di supporti tecnici” dichiara Agata Castellucci. L’assolo, vede in scena Teodora Castellucci e, partendo dalla solitudine della figura del pastore, arriva a interrogarsi sull’origine della poesia pastorale nell’antichità, una forma di letteratura musicata e cantata. Ed ecco che questa figura solitaria entra in risonanza col silenzio e l’eco delle valli, in quello che più che uno spettacolo si configura come un’esperienza anche per chi è chiamato ad assistervi (spettacolo a pagamento €6).
A partire dalle ore 18:30 in Piazza del Nettuno si susseguiranno due artisti sostenuti grazie all’azione Danza Urbana XL: Francesco Colaleo e Maxime Freixas portano a Bologna il loro Re-garde, uno spettacolo apparentemente scanzonato che indaga sul senso della vista: dimensione innocente e pulita di uno sguardo che si posa sulle cose e che sa ironicamente divertirsi con la vita. Sulla stessa frequenza ma con cifra diversa, Kill your darlings di Joshua Monten, quindici minuti di performance, un gioco danzato che, partendo dalla “campana” si trasforma in una coreografia sempre più ritmica e frenetica. Danza Urbana XL vede il coinvolgimento di 12 partner, accomunati dalla volontà di sostenere gli autori che si confrontano con la creazione per spazi non convenzionali. Il Festival ne è coordinatore a livello nazionale, a testimonianza dell’impegno e della funzione che il Festival si assume per promuovere e sostenere la danza che abita gli spazi della città.
Mercoledì 6 settembre il Cortile d’Ercole di Palazzo Poggi ospita la prima tappa del progetto Focus young arab coreoghaphers:inaugura il progetto una conferenza-spettacolo in cui la Prof. ssa Cristiana Natali, ricercatrice presso l’Università di Bologna in Antropologia culturale e Metodologie della ricerca etnografica, presenta al pubblico tutti i coreografi coinvolti nel focus e i loro differenti approcci culturali e sociali al corpo. Le danzatrici e coreografe Caterina Basso e Irene Russolillo inaugurano gli appuntamenti di Masdanza Platform giovedì 7 settembre. Il volume com’era (h18 e h19 al Museo Civico Medioevale) è il primo assolo dell’autrice e sonda, nella sua scrittura coreografica, l’impossibilità delle azioni, una volta avvenute, di condensarsi in una forma che sopravviva al procedere del tempo e dello spazio e che possa essere recuperata dalla memoria visiva ed emozionale.
A seguire, nella stessa location, Strascichi è lo spettacolo-rivelazione che ha consacrato Irene Russolillo come interprete di grande presenza e forza scenica. Brandelli emotivi sottolineano la solitudine dopo la fine di una storia d’amore. Chiude alla Pinacoteca Nazionale (h21) l’intensa giornata lo spettacolo Twister di Salvo Lombardo (in replica anche venerdì 8 settembre sempre alle h21), in scena sei danzatori fanno rivivere l’omonimo gioco di società che in modo del tutto trans-culturale ha determinato un pretesto di rivisitazione del concetto stesso di fisicità e di prossemica, a partire dal gioco.
La quasi interezza della giornata di venerdì 8 settembre è dedicata agli artisti del Focus young arab choreographers: Mounir Saeed, Hamdi Dridi, Sharaf DarZaid e Bassam Abou Diab tutti provenienti da paesi del bacino del Mediterraneo (Egitto, Libano, Palestina e Tunisia) avranno l’occasione di mostrare al pubblico bolognese orizzonti poetici, tematiche e scritture coreografiche diverse tra loro che disegnano un panorama composito della giovane danza araba. La programmazione del Festival si conclude sabato 9 settembre al Parco 11 settembre con il secondo frammento dedicato a Masdanza Platform: due artisti originari dell’Africa Centrale Jain Souleymane Konèe Joseph Toonga e Dickson Mbi racconteranno le loro storie personali trasformate da una energetica coreografia hip-hop e sostenute dai ritmi soul-hop.
Durante le giornate di Festival 15 camminatrici del progetto Bologna By Night di Valentina Medda, promosso da Nosadella.due, affiancate dall’etnosemiologo Gaspare Caliri, indagheranno sulla percezione femminile del pericolo in vari contesti urbani, mettendo in luce le differenze soggettive, culturali e sociali su cui tale percezione si costruisce. Valentina Medda ha sviluppato un laboratorio rivolto a 15 donne che, nelle giornate di sabato 2 e domenica 3 settembre, si propone come momento di confronto per far emergere punti di vista e sentimenti spesso taciuti rispetto alle minacce reali subite dalle donne in strada e ai timori dettati da pregiudizi e preconcetti.