Data l’incerta transizione politica in Gambia, destano preoccupazione le condizioni di circa 26.000 persone – metà delle quali bambini e adolescenti– che hanno lasciato il paese per il Senegal.
La minaccia di disordini ha lasciato migliaia di bambini in Gambia senza accesso all’istruzione a seguito della chiusura delle scuole in diverse parti del Paese.
«L’attenzione del mondo si è concentrata sul contesto politico, ma migliaia di bambini e le loro famiglie sono coinvolti in questa situazione instabile e difficile», ha dichiarato Marie Pierre Poirier,Direttore Regionale dell’UNICEF per l’Africa Centrale e Occidentale. «Qualora la situazione evolva, i nostri team in Senegal e in Gambia sono pronti a garantire che i bisogni dei bambini siano prioritari nelle operazioni di risposta.»
Su richiesta delle Autorità senegalesi e dei partner delle Nazioni Unite, i piani di emergenza dell’UNICEF sono pronti per garantire, presso il confine, assistenza sanitaria, acqua, servizi igienico sanitari e istruzione a 40.000 persone: i piani comprendono anche l’utilizzo di esperti e risorse nelle comunità ospitanti per aiutarle ad affrontare l’afflusso di rifugiati.
Per aiutare le famiglie a ristabilire una qualche forma di normalità, il piano di risposta comprende anche la fornitura di acqua e servizi igienico sanitari presso le aree del confine maggiormente coinvolte.
L’obiettivo è di installare o ripristinare 300 punti per la distribuzione dell’acqua così che le popolazioni sfollate possano prendere acqua fresca in meno di 500 metri dalle loro case temporanee; le comunità ospitanti avranno latrine e docce.
Oltre 10.000 contenitori per l’acqua e kit per lavarsi le mani sono pronti per essere distribuiti alle famiglie così da avere gli strumenti di base per le buone pratiche igieniche.
I responsabili dei programmi educativi prevedono che, nei prossimi mesi, circa 32.000 bambini dal Gambia potrebbero avere bisogno di supporto scolastico.
Quando le famiglie si saranno stabilite presso le comunità ospitanti, agli oltre 50.000 i bambini senegalesi, nelle loro attuali scuole, si potrebbe aggiungere un’ondata di ulteriori studenti.
Se l’instabilità persisterà, potranno essere distribuiti materiali didattici ai bambini sfollati nelle scuole che li accoglieranno in Senegal.
I coordinatori delle emergenze cercheranno inoltre di identificare almeno 360 insegnanti da inserire nelle scuole senegalesi, lavorando su doppi turni e utilizzando le strutture scolastiche in condivisione.
«Con le scuole chiuse in Gambia e la paura che spinge le persone a rimanere a casa, i bambini non stanno ricevendo un’istruzione» ha dichiarato Porier. «L’istruzione è fondamentale per aiutare i bambini ad affrontare la loro situazione, e stiamo facendo tutto il possibile per assicurare che tornino a studiare, alla loro vita normale, al più presto.»