Decenni di guerre e sottosviluppo hanno reso vulnerabili milioni di bambini in Sudan.
Oltre il 38% dei bambini sotto i 5 anni soffrono di ritardo nella crescita (stunting) e circa il 17% di deperimento (wasting). Ogni giorno, mediamente, 120 bambini muoiono per cause correlate alla denutrizione. 2,6 milioni di bambini hanno bisogno di assistenza umanitaria e circa 1 milione risultano sfollati. 3,6 milioni di bambini non vanno a scuola, principalmente nelle zone colpite da conflitti e instabilità.
«In Sudan è un momento storico ed è fondamentale che i diritti dei bambini siano al centro dell’agenda nazionale», afferma il Direttore esecutivo dell’UNICEF Henrietta Fore al termine di una missione di tre giorni nel paese, dove il 21 ottobre è stato siglato un accordo di pace tra il governo di Khartoum e le forze ribelli degli stati di Darfur, Sud Kordofan e Nilo Azzurro [il Sudan è una federazione di Stati].
«Questo è un momento decisivo. Il Sudan comincia un nuovo capitolo della sua storia, ed è fondamentale che riconfermi l’impegno nei confronti dei suoi cittadini mettendo i bambini e i giovani al centro dell’agenda.».
Durante la missione, la prima compiuta nel paese africano, Henrietta Fore ha incontrato diversi alti rappresentanti del Governo sudanese, fra cui il primo ministro Abdullah Hamdok, e ha visitato la città di Kadugli nel Sud Kordofan, dove ha incontrato le organizzazioni partner e le comunità locali.
Durante i suoi incontri con le autorità sudanesi, la Fore ha sottolineato la necessità di rendere prioritari i bisogni dei bambini in Sudan, rafforzando gli interventi contro la malnutrizione, rispondendo alla crisi dell’istruzione e aumentando la spesa pubblica per l’infanzia e i giovani.
A Kadugli, la direttrice dell’UNICEF ha incontrato anche alcuni bambini che erano rimasti separati dalle proprie famiglie a causa del conflitto e le ONG partner impegnate per smobilitare i bambini-soldato e per aiutare a reintegrarli nelle loro comunità, col sostegno dell’UNICEF.
«Il reclutamento e l’utilizzo dei minorenni nelle milizie e nei gruppi armati in Sudan deve cessare. L’UNICEF sta collaborando con tutte le fazioni per allontanare i bambini dalle zone di combattimento e riportarli alle loro comunità».
Sia nella capitale Khartoum che nel Sud Kordofan la Fore ha incontrato dei ragazzi che le hanno raccontato le proprie loro speranze per il proprio futuro e per quello del paese.
«I giovani sudanesi sono il motore del cambiamento. Hanno il diritto di essere ascoltati e di partecipare alle decisioni che riguardano il loro benessere attuale e futuro.».